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giovedì 29 marzo 2012

Missione in Afghanistan...È proprio necessaria?

di Colomba Maria Oddi

Esistono due opinioni di pensiero riguardo alla missione in Afghanistan: una metà dei militari sostiene che sono carne da macello e che la situazione è più critica di quanto viene raccontato in Italia e, contro i loro interessi,da lì devono andare via.L'altra metà dice di essere lì per evitare il dilagare del terrorismo in Occidente,infatti non ci sono stati eventi di magnitudo simile alle Torri Gemelle,stanno lì per creare le condizioni affinchè quello che è successo non si ripeta...Sono del parere che il terrorismo non si sconfigge militarmente,ma politicamente.Il 6 novembre 2011 a Farah è stata annullata una gara del sistema videosorveglianza giorno e notte perchè in una riunione era emerso che troppi dati sensibili erano fuoriusciti dalla base,questo è uno degli episodi che preoccupano i nostri militari e che ci riporta una nostra fonte,da 20 anni esperta di logistica e operativa nei più importanti teatri di guerra.Questo esperto ci racconta: "vengono appaltati alcuni lavori a ditte locali,per tenere buoni rapporti e far muovere l'economia".I piccoli importi da 100 mila e da 300mila euro,soprattutto per lavori e forniture che non richiedono particolari tecnologie,ma da un anno,è apparsa una ditta di Dubai capeggiata da un libanese con passaporto brasiliano (scatola cinese?) che ha in mano tutti i dati della missione,circa la sicurezza,ha ricevuto appalti per lavori mai realizzati,a lui è concesso di partecipare ad ogni genere di gara per importi milionari di lavori non realizzati ,ma pagati,senza requisiti di sicurezza,senza proggettazione,che invece è richiesta,milioni e milioni di euro buttati al vento,secondo questo specialista,anche i comandanti avrebbero lamentato lavori non eseguiti nei comparti operativi più rischiosi,inomma soldi spesi per la sicurezza mai realizzati,mancano bunker e blindati. Le missioni sono due:una a Herat con ristoranti,bar feste private,massaggiatrici ecc.L''altra a Bala dove non arriva neanche la nafta per i generatori,dove l'acqua è razionata,manca la sicurezza.È stato inoltrato un rapporto della reale situazione al governo,ma nulla si muove.Perchè Obama ha detto di ritirare i suoi soldati e ilgoverno italiano non si pronuncia?I giovani italiani che si arruolano lo fanno perchè non c'è lavoro in Italia,perchè nessuno pensa a loro.Sono spediti laggiù e vengono mandati a morire come carne da macello,gli altri che asseriscono di essere lì per evitare il terrorismo in Occidente,non sono eroi,neanche quelli che muoiono,perchè eroe è colui che combatte e difende La Patria dall'aggressore,per grandi ideali: la libertà, la giustizia, l'indipendenza. Da questo triste panorama,devo dedurre che ci sono speculazioni,interessi di parte per continuare la guerra laggiù,non c'è trasparenza,non c'è logistica,quei soldi spesi inutilmente potrebbero servire a creare lavoro da noi ,ridare la speranza ai giovani,non ridurre in miseria il Paese per fare la guerra ,forse un domani,troppo tardi ,si saprà chi ha speculato e rubato a tante persone la speranza e la vita!!!

6 commenti:

  1. sempre molto interessante leggerti
    buon fine settimana

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    1. La questione sollevata dalla signora Colomba è molto interessante...un post incisivo che coinvolge il lettore con questa problematica...No, non è necessaria la missione in Afghanistan perché ogni popolo ha diritto all'indipendenza e ad autogestirsi. No, non sono "eroi" i soldati che vanno a morire laggiù ma "poveri angeli" che vogliono racimolare dei soldi ma...ragazzi!...si tratta di un conflitto, no di una passeggiata

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    2. Grazie per avermi letta,L'Afganistan è un popolo primitivo,quindi guerriero e orgoglioso che non si è fatto mettere sotto i piedi nemmeno dai potenti russi di un tempo,la mia opinione in merito è :la democrazia non si esporta,essa rappresenta la crescita civile d'una nazione ed ogni popolo ha la propria "cultura" e tempi prpri.Buona Pasqua,Colomba.

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  2. Bisogna chiedersi se vivono meglio oggi o quando i talebani avevano il controllo totale sul territorio. E poi bisogna cercare di capire come finire questa sporca guerra senza lasciare il territorio nuovamente a chi farebbe ulteriori stragi. Quando gli statunitensi lasciarono da sconfitti il Vietnam, come volevano i pacifisti, dopo lunghi anni di sporca guerra, ciò che ne derivò fu peggiore della stessa guerra per il Vietnam e con il senno di poi forse sarebbe stato meglio continuarla e vincerla... Ma il senno di poi è appunto "di poi" e non può di conseguenza servire a nulla, se non a far riflettere ed esprimersi su una guerra non è sempre così facile, anzi! Di mezzo ci stanno vite umane... Di mezzo ci sta la responsabilità, ma anche gli interessi nazionali e dei padroni della guerra, quali i fabbricanti ed i trafficanti di armi e di droghe, quali i politicanti proibizionisti e miopi di una miopia che non si corregge con gli occhiali.

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  3. E' una situazione difficile,
    perché' di sicuro, se i talebani riprendono completamente il potere, le bambine per esempio, perderebbero il diritto di andare a scuola e imparare a leggere e scrivere, dall'altro forse interventi non di tipo militare sarebbero migliori.
    Di recente ho visto un documentario realizzato da una donna afgana sulle donne in galera per crimini contro la "morale" es. una ragazza di 20 e qualcosa divorziata dal marito sposato in eta' giovanissima, in carcere con la suocera del promesso nuovo sposo di cui sarebbe diventata la seconda moglie (la suocera era in carcere con lei accusata di aver facilitato gli incontri fra io due, o di una ragazza di 15 anni in prigione, sia lei che il fidanzatino perché' sorpresi a baciarsi. I reciproci genitori sono poi arrivati ad un accordo e li hanno fatti sposare. O un'altra di 18 anni sorpresa in compagnia non sessuale, con un ragazzo la cui famiglia ha rifiutato il matrimonio perché' di diversa etnia, condannata dalla Sharia (legge islamica) a tre anni di carcere.

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  4. La risposta a tutti gli abusi nel mondo non può comunque essere la guerra: ogni popolo deve crescere facendo i suoi passi. Anche in Italia cento anni fa certe situazioni erano impensabili, o prendiamo l'America degli anni '40: la democrazia e il rispetto non possono "essere esportate" e certamente non con la guerra: uomini che uccidono uomini, ci stiamo solo massacrando.

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