Powered By Blogger

giovedì 16 giugno 2011

INCIDENTI SUL LAVORO: catastrofe senza fine


Ormai i morti sul luogo di lavoro non si contano più. Si calcola che ogni cinque minuti una persona muore a causa di incidente sul posto di lavoro.Oggi esistono leggi precise che si propongono di prevenire gli infortuni, ma nonostante ciò le catastrofi continuano a verificarsi. Nella nostra civiltà industriale il numero degli infortuni è molto alto (addirittura è raddoppiato rispetto ad altre epoche storiche) e ciò che fa più paura è l'aumento dell'indice di mortalità a causa di infortuni. Bisogna dare un’adeguata preparazione all’operaio poiché se conosce la legislazione che si occupa di sicurezza  sui posti di lavoro sicuramente sarà più attento e sarà avvantaggiato da tale conoscenza. Dal 1994 l’Italia ha accolto e trasformato in decreto attuativo le direttive europee riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro. La legge 626/94 regola la questione della prevenzione e protezione dei rischi nei posti di lavoro.
Perché allora si continua a morire e le stragi ormai non si contano più? Bisogna dire che gli infortuni sul lavoro sono di origine antica, nacquero insieme al lavoro stesso. L'integrità dei lavoratori si può salvaguardare in diversi modi. Bisogna eliminare le cause che possono provocare incidenti, che non sono soltanto materiali ma a volte anche psicologiche come la disattenzione, la scarsa concentrazione, l'ignoranza ecc. Si registra un più alto numero di incidenti mortali nel settore dell'edilizia, dell'industria metalmeccanica, chimica e mineraria. Recentemente è stata messa in evidenza l'importanza del fattore umano nella prevenzione degli incidenti. Si cerca di dare al lavoratore una condizione di lavoro che non lo porti a fatiche eccessive che sono causa di distrazioni, ma tuteli anche la soggettività e la psicologia dell'individuo.
Purtroppo molti operai, per sbarcare il lunario, lavorano in nero in condizioni precarie e senza la minima tutela. Sembra che si instauri un tacito accordo tra imprenditore e lavoratore e molti individui (invece di pretendere igiene e sicurezza) lavorano, specialmente nel campo edile, senza un buon sistema di impalcature, con attrezzi vecchi e fuori uso e addirittura senza casco. C'è un vecchio adagio che dice:" O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra". Il fatto è che a denunciare i soprusi si è in pochi, addirittura a volte è un singolo individuo che viene isolato dagli stessi compagni di lavoro. Bisogna acquisire una coscienza civile e capire che se si è in tanti a volere l'attuazione della legge e delle misure preventive di tutela si può vincere una sacrosanta battaglia per la vita e la dignità umana.
Siamo nel 2011 ed è inconcepibile che degli operai devono perdere la vita perché possono cadere da un’impalcatura poco resistente oppure per un errato impiego dei macchinari. Tutti i lavoratori dovrebbero avere un loro rappresentante che si interessi di fare indossare il casco ai compagni, del buon funzionamento dei macchinari, ecc.
Penso che , con un po' di prudenza in più e con l'attenta osservazione delle norme per la sicurezza molti infortuni si potrebbero evitare. Io vedo l'infortunio come un mostro che aspetta di agire quando c'è l'errore umano. Fretta, mancata osservanza delle norme,leggerezza, attrezzature non controllate provocano DISASTRI e perdita di vite umane.
Spero che si faccia un cammino di civiltà in questo senso e che vengano varate delle misure punitive per gli imprenditori  che non osservano e non fanno osservare le norme di sicurezza, in modo che questa strage umana possa finire, o per lo meno, attenuarsi.

martedì 7 giugno 2011

REFERENDUM: primo, andare a votare

A quanto pare, il quorum per i quattro quesiti referendari non è sicuro.

A determinare questa situazione hanno concorso la voluta mancanza di informazione ed i ripetuti tentativi del governo di far “saltare” il referendum sul nucleare, che avrebbe ridotto non di poco l’attenzione sulla vicenda e la conseguente propensione a recarsi a votare.

Ora, si può essere a favore o contro uno o più tra i quesiti referendari, ma non si può essere a favore di una concezione politica (quella di questa maggioranza) che considera il voto popolare come avente l’unica funzione di “investire” una tantum un leader, che poi non dovrebbe più esser disturbato nelle proprie prerogative di arbitro della vita del Paese: né dai magistrati, né dalla Presidenza della Repubblica, né dalle attività del Parlamento, né ancora dalla normale, in un Paese democratico, dialettica politica. E tantomeno da quell’espressione della volontà popolare che è l’istituto del Referendum abrogativo.

Quindi, prima di tutto, andare a votare, per dare una risposta chiara a questa concezione, e per indicare la volontà degli italiani di riappropriarsi dei loro diritti e, insieme a questi, della democrazia.

Poi, si potrà scegliere a quali dei quesiti rispondere con un SI, ed a quali con un NO; ma la prima risposta da dare è quella di impegnare un’ora del proprio tempo, andando a votare domenica e lunedì prossimi.

Personalmente, sono convinto si debba votare con quattro SI; ma conosco molti, coi quali condivido il giudizio sullo stato della nostra democrazia, che hanno opinioni diverse. Ben vengano, allora, tutti i SI e tutti i NO: l’importante è dare una risposta che faccia capire come gli italiani abbiano iniziato a volere render chiaro come non intendano farsi espropriare dei loro diritti né dal populismo, né dalla tecnocrazia.

Colgo l’occasione per render noti, oltre al mio (vedi, su “Spazio Lib-Lab”, << Referendum acqua, nucleare, legittimo impedimento: 4 SI non ideologici>>: http://www.spazioliblab.it/?p=2901), altri punti di vista provenienti significativamente dal mondo liberale riguardo ai quattro quesiti: si tratta delle opinioni di Valerio Zanone e di Adalberto Scarlino, che sono riportate, sempre su “Spazio Lib-Lab”, alla pagina: http://www.spazioliblab.it/?p=2907.

Cordiali saluti

Post di Gim Cassano

venerdì 3 giugno 2011

il 12 e il 13 giugno quattro SI per dire NO

I cittadini italiani, il 12 e il 13 giugno potranno incidere in modo decisivo sulle decisioni che il Parlamento dovra adottare su questioni basilari della loro vita e di quella delle future generazioni.

a) Il quesito sull'energia nucleare è di drammatica importanza, soprattutto alla luce di quanto è successo in Giappone. Gli italiani hanno già detto NO in tempi non sospetti e cioè nel 1987, quando non si poteva parlare di voto espresso su base emotiva.
b) I due quesiti sull'abrogazione della legge che rende possibile la gestione privata dell'acqua mira a riconsiderare l'opportunità della gestione pubblica. Abbiamo potuto constatare che la gestione privata e la conseguente vendita dell'acqua non sempre hanno generato processi “virtuosi”. Al contrario l'erogazione dell'acqua è diminuita e l'importo delle bollette si è triplicato. Consiglio di leggere un libro di Roberto Lessio “All'ombra dell'acqua- inchiesta sui predoni dell'ultima merce” Si può scrivere a: allombradellacqua@libero.it.
c) il quesito sul legittimo impedimento ha una importanza primaria per l'affermazione che tutti i “cittadini devono essere uguali davanti alla legge”.

Quattro SI per dire NO, per andare oltre al muro di omertà e ambiguità che vuole lanciare il messaggio che questi referendum sono inutili. NON È AFFATTO COSÌ,.
Il 12 e il 13 giugno i comitati affaristici e politici sperano nell'astensionismo. Diamoci da fare e UNITI possiamo superare il quorum.
Noi votiamo SI perchè diciamo NO all'acqua privata, NO all'energia nucleare, NO al legittimo impedimento