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venerdì 6 dicembre 2013

NELSON MANDELA, OLTRE LA STORIA


Di Sergio Garbellini

N egli archivi della Storia del mondo, vengono

E lencati infiniti, grandi personaggi, ma

L ’unico uomo politico, più rappresentativo,

S imbolo del Sud Africa, che ha voluto

O rganizzare la lotta contro l’Apartheid, è

N elson Rolihlahla Mandela. In tutto il



M ondo viene definito una assoluta,

A utentica leggenda. Una vita spesa

N ella difesa dei diritti umani,

D ella libertà di un popolo oppresso

E dopo aver subito 27 anni di carcere !

L e Sue battaglie, come capo storico dell’

A NC (African National Congress), vennero



O stacolate, a più riprese, dal regime, ma

L a Sua fede e la Sua caparbietà portarono al

T anto agognato negoziato per il superamento tra

R azza bianca e nera, alla comprensione umana

E Gli venne assegnato nel 1993 il Premio Nobel per la Pace.



L e elezioni del 1994, Lo fecero salire sul trono

A fricano, come Presidente della Repubblica, la



S ua importante carica si protrasse sino al 1999.

T ornato nei ranghi, per dedicarsi alla famiglia, l’allora

O ttantenne, Grande Personaggio storico,

R imase all’ombra della vita politica, ma la Sua

I mmagine resta scolpita nel cuore del mondo.

A partheid: la disfatta di un’atroce ingiustizia !!!



Questa notte NELSON MANDELA ci ha lasciati, si è spenta con Lui la LUCE CHE ILLUMINAVA IL MONDO, ma gli uomini non dimenticano la Sua opera ed il messaggio di pace e di umanità che ha saputo divulgare nei nostri cuori. Grazie Nelson, noi tutti l’abbiamo appreso, dal sacrificio della Tua vita. Ed oggi, grazie ai Tuoi insegnamenti e alla Tua umiltà, sappiamo, finalmente, quale significato vero e profondo, ha il verbo dell’amore e della solidarietà umana, Grazie a nome di tutto il mondo.









giovedì 5 dicembre 2013

Minacce al PM Di Matteo


Stato-mafia, dal carcere nuove minacce di Riina al pm Di Matteo: «Corleone non dimentica»

(Il Messaggero del 5 dic. 2013)



Se Corleone non dimentica, lo Stato ha il dovere di agire preventivamente. Duole doverlo affermate, e mi pentirò di averlo scritto, ma la lotta alla mafia da parte delle attuali espressioni politiche, non caverà un ragno dal buco. Le connivenze sono ancora molto strette e operative, per cui nessuna azione repressiva sarà mai approvata. Con Alfano ministro degli interni poi…..!!!!!

La mafia, come tutte le organizzazioni malavitose e terroristiche, agisce nell’ombra, con viltà; semina paura nascondendosi in anfratti di comodo che vengono comodamente, chiamate “latitanze”.
Le forze dell’ordine non dispongono delle armi necessarie per una rigorosa lotta al fenomeno mafioso (ivi comprese le tante sigle distintive), dovendo operare secondo i dettati delle leggi che sono state promulgate dagli stessi politici che sono in connivenza con la mafia.
E’ il cane che si morde la coda.
Mai visto un tacchino che organizza la festa di Natale !

Il marcio è al vertice delle istituzioni che hanno operato in perfetta simbiosi con le mafie, permettendo e agevolando gli arricchimenti che permettono di spadroneggiare e disporre di una manovalanza, praticamente, senza limiti.

E’ intollerabile dover subire le minacce di Riina ed assistere impotenti alla scorrere del tempo, in attesa che le minacce si tramutino in atti concreti. Cosa vogliono fare le istituzioni ? Organizzare un ulteriore processo penale, con una ulteriore condanna che nulla cambia a chi ha già parecchi ergastoli da scontare e più di quello non può pagare.
Ma ci sono i parenti, i figli, che attualmente godono del patrimonio che il genitore ha creato proprio con le stragi e la violenza; se il patrimonio è ereditabile, perché non deve essere ereditabile quanto non scontato di pene residue ? b Se Riina ha accumulato tre ergastoli e riesce ad onorarne, per ovvie ragioni, solo uno, allora gli altri due devono far parte dell’asse ereditario, a meno che l’erede o gli eredi non accettino l’eredità, dopo aver usato il beneficio di inventario.

Nei secoli scorsi ci pensarono i Beati Paoli ad amministrare la giustizia.
La società nacque come reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili che amministravano direttamente anche la giustizia criminale. Ora i soprusi avvengono da parte di taluni vertici mafiosi, che andrebbero combattuti con i loro stessi mezzi e le loro stesse armi; sarà anche giustizialismo, ma i predicatori del garantismo sono gli stessi conniventi con le associazioni criminali, con le quali hanno collaborato “legalmente” regalando loro amnistie, condoni tombali, sanatorie, scudi fiscali e assenza di controlli in nome di uno Stato che si dichiara liberista.

Ora capisco bene dove hanno imparato la tecnica del ricatto politico “si fa così o cade il governo” , è la medesima tecnica delle mafie che accomuna delinquenti e politici nell’unico calderone del malaffare.

Rosario Amico Roxas


martedì 3 dicembre 2013

BOMBA NUCLEARE: riflessioni


Fu l'esperienza di Hiroshima a rendere consapevoli i popoli del mondo che la scienza aveva saputo creare armi capaci di cancellare l'uomo dal pianeta terra...L'avvenimento accaduto il 6 agosto 1945 suonò come un campanello d'allarme ma purtroppo, ancora oggi si continua a fare cattivo uso del progresso scientifico. Penso che se lo scienziato perviene a determinate scoperte, non devono essere manipolate e usate dai militari e dai politici per distruggere l'umanità. La scienza è frutto della ragione umana e, come tale, non deve essere orientata verso il male.
Oggi, per la situazione politica in cui viviamo, si teme una catastrofe in tutto il mondo, proprio per opera della pericolosità delle armi prodotte dalla scienza moderna. Le discordie politiche non dovrebbero mai essere risolte con la guerra, continuando di questo passo si può arrivare a una tragedia universale che estinguerebbe la nostra specie. Questa orrenda prospettiva non è frutto di fantascienza ma una tremenda realtà.
Voglio ricordare le parole del genio di Ulm “Solo trasformando la mentalità dell'uomo si potrà evitare la minaccia che grava sull'universo, di una guerra nucleare. La mentalità dell'uomo è rimasta atavica, uguale ai cavernicoli.
Penso che, per arrivare a un nuovo modo di pensare (per migliorare quanto ancora di buono è rimasto) l'uomo deve abbandonare per sempre i suoi sentimenti impregnati di egoismo perché sono un ostacolo al progresso morale e causa di guerre senza fine. L'uomo, deve adoperarsi, per preparare ai propri figli un mondo pacifico e migliore.
I prodotti essenziali di cui gli esseri umani hanno continuamente bisogno, le ricchezze che la terra gli ha offerto per milioni di anni vanno sempre più assottigliandosi. L'uomo deve incominciare a comprendere che l'acqua, l'aria e gli altri elementi vitali per la sopravvivenza umana, sono ricchezze che devono essere salvaguardate. Non basta scoprire nuovi antidoti contro gravi malattie, non basta arrivare all'esplorazione di altri pianeti, bisogna tenere presente che l'uomo è parte integrante del pianeta terra, al quale il suo essere si è ormai adattato.
L'uomo non può disinteressarsi al rapporto esistente tra il suo modus vivendi e l'ambiente che lo circonda. L'ecologia si prefigge il compito di sensibilizzare sempre più l'uomo nei riguardi della natura. Soltanto una profonda “mutazione culturale” può fermare l'autodistruzione degli esseri umani...

venerdì 29 novembre 2013

ENRICO BERLINGUER, UN UOMO NELLA STORIA

di SERGIO GARBELLINI

Enrico Berlinguer, un comunista

con la bandiera rossa dentro il cuore,

seguace di Gramsci, antifascista,

che gli ha trasmesso doti di valore.


A capo di un partito proletario

formato da comuni cittadini,

con un impegno assai straordinario,

guidò i loro miseri destini



In una dimensione più civile,

lottando contro gli avidi padroni

e contro il loro metodo più ostile

per conquistar diritti e protezioni.


Enrico convinceva gli elettori

svolgendo una politica corretta

basata su principi meritori

per una vita sana e bene accetta.



Un simbolo che il popolo italiano

amava con passione sviscerata

e lo teneva in palmo della mano

con devozione e fede illimitata.


Ai suoi comizi, piazze sempre piene,

bandiera rosse dispiegate al vento,

il sangue ribolliva nelle vene

per l’entusiasmo e l’alto gradimento.



La storia l’ha inserito tra gli Eletti

per le sue lotte contro l’ingiustizia,

contro i poteri forti e maledetti

che sfruttavan la gente con furbizia.


Battaglie giornaliere coi potenti

fin dentro il Parlamento ed il Senato

con validi, politici argomenti

per proteggere il popolo affamato !



Un Uomo ch’ha immolato la Sua vita

a fianco a fianco coi lavoratori,

la Sua dottrina, oggi, è ancor seguita

perché tramanda autentici valori.


…Quel pomeriggio a Piazza San Giovanni,

piangevano con l’animo distrutto:

uomini, donne e vecchi di ottant’anni !

Al funerale, … c’era il Mondo in lutto !



Un Uomo dalla fama universale,

il Suo carisma … resterà immortale !!!


giovedì 28 novembre 2013

Ci mancava pure la fidanzata di Silvio


Pascale: «Faccio appello a papa Francesco
Mi riceva e ascolti la tragedia di Silvio»

Corriere della sera del 28 novembre 2013

La sfrontatezza, unita all’ignoranza produce effetti disastrosi.
La ventinovenne Francesca Pascale, fidanzata del quasi ottantenne Berlusconi, vorrebbe essere ricevuta in Vaticano, in udienza privata e personale del Pontefice, per raccontargli la tragedia di $i£vio e Papa Francesco dovrebbe stare lì ad ascoltare e, possibilmente, annuire.

La disponibilità di Papa Francesco non può essere confusa la possibilità di poterlo tirare per la giacchetta e collocarlo da una parte, come se avesse fatto una scelta, in questo caso la peggiore.

Il solo profferire una ipotesi del genere offende l’immagine di Papa Francesco, dimostrando di non aver capito nulla del Suo pontificato, delle Sue parole e delle Sue azioni.

Dopo questo impossibile incontro, cosa si aspetterebbe Francesca (mai nome è stato meno appropriato alla persona !) che Papa Francesco interrompa la Sua predicazione nella quale ci ricorda l’Uomo figlio di Dio, posto sulla Croce per la salvezza dell’umanità e narrare in giro per il mondo le vicende di Berlusconi, evasore, truffatore dello Stato, profittatore, libertino, egoista come “quasi” tutti i capitalisti d’assalto che si dichiarano imprenditori?

Rosario Amico Roxas

mercoledì 23 ottobre 2013

Anche gli emigranti italiani muoiono di violenza


di Rosario Amico Roxas

Joele Leotta aveva 19 anni ed era di Lecco, è morto di una morte orribile, massacrato di botte da un branco di drogati, ubriachi che urlavano:“Sporchi italiani, andate via, ci togliete il lavoro”. Voleva imparare l’inglese per migliorare le sue possibilità di lavoro, quel lavoro che in Italia non riusciva a trovare. Così è emigrato, alla ricerca di ciò che in patria non trovava; ma dove non c’è lavoro, dove non c’è speranza, dove non c’è futuro per un giovane, quello è un esilio. Dove si riesce a lavorare, produrre, sperare, progettare, quella diventa la Patria, e Joele cercava la Sua Patria. Per pagarsi la permanenza in Inghilterra lavorava in una trattoria gestita da italiani.
“Sporchi italiani, andate via, ci togliete il lavoro”, una frase ripetuta molte volte e giù botte fino alla morte, una morte assurda, ingiusta… ma c’è mai una morte giusta quando arriva con la violenza accecata da odio ?
Quante volte abbiamo sentito quella stessa frase rivolta a poveri infelici costretti a fuggire dalla loro terra in cerca di un futuro vivibile ? C’è stato anche chi prospettava la possibilità di cannoneggiare le barche che trasportavano i migranti, altro che botte !

La frase che accompagnava il linciaggio di un giovane, sembrava proferita da un leghista, e non da uno di quei beoni attaccato al fianco di vino, ma dai dirigenti, parlamentari e anche ministri di quella Lega che ha dimenticato la via dell’emigrazione dei loro padri.

Joele è stato trattato come la Lega vorrebbe trattare i superstiti delle traversate della speranza che troppo spesso diventano traversate della tragedia.

I turbamenti odierni, in molti casi, appaiono ipocriti, mentre risuona assordante il silenzio della Lega, che non osa commentare, ma non per pudore, spero che siano tacitati dal rimorso.






giovedì 17 ottobre 2013

Mediaset e la pubblicità ingannevole

di Rosario Amico Roxas

Mediaset pubblicizza se stessa nei suoi canali, vantando meriti che non ha, anzi in contraddizione con i fatti, che in questo caso sono le sentenze di condanna per il proprietario di Mediaset.

In tale pubblicità sui canali Mediset, si fanno risaltare due elementi:

1) Non abbiamo delocalizzato nulla; tutto il nostro lavoro è in Italia. Le tasse le paghiamo tutte in Italia.

La Corte di Cassazione, in terza e definitiva istanza ha condannato Berlusconi, nella qualità di padrone di Mediaset, per aver evaso le tasse per centinaia di milioni, anche se processato solo per gli ultimissimi anni, essendo il grosso dell’evasione coperto da prescrizione.

2) Abbiamo contribuito a migliorare il reddito di piccoli risparmiatori, azionisti Mediaset con dividendi di tutto rispetto.

Altra poderosa menzogna, perché lo stesso Berlusconi ha utilizzati i quattrini dei piccoli azionisti per acquistare diritti televisivi all’estero, facendoseli fatturare ad un costo più che triplicato; le somme che così uscivano dall’Italia servivano, per meno di un terzo per pagare i diritti televisivi,il resto, per centinaia di milioni, venivano versati in conti nascosti presso banche compiacenti; una truffa ai piccoli azionisti in piena regola.

E’ palese il mendacio nella pubblicità. La legge, in merito è chiara, ma la menzogna domina tutte le scelte di Berlusconi, che, con questa pubblicità ingannevole, ha iniziato la campagna elettorale, che promette tutta una lunga serie di altre menzogne.
Qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente", come definito dall'articolo 20 del decreto legislativo 206/2005 dell'ordinamento giuridico italiano. (Wikipedia)



La pubblicità ingannevole è dunque un atto contrario alla correttezza professionale. Essa è tale quando induce in errore il consumatore, influenzandone le decisioni mediante informazioni false o il mancato apporto di informazioni rilevanti. In caso di pubblicità ingannevole è necessario decidere se essa abbia causato un danno al consumatore. Può indurre in errore, sollecitando l’acquisto di azioni Mediaset, che in tal modo ne avrebbe un illecito beneficio.

Gli organi di vigilanza stanno dimostrando di NON vigilare, forse perché il responsabile di tale pubblicità mendace si chiama Berlusconi, detto “l’intoccabile”.

Ma le associazioni dei consumatori cosa fanno ? Perché tacciono colpevolmente ?

Basterebbe riportare il dispositivo della sentenza di condanna per mettere alla gogna questa plateale menzogna e farla tacere.











giovedì 26 settembre 2013

La TAV non si tocca, la vuole Lunardi


di Rosario Amico Roxas
Alfano visita il cantiere della Tav:
«E' stata decisa dallo Stato sovrano, avanti a prescindere da colore del governo»******

Ha imparato bene dal suo padrone Berlusconi a mentire spudoratamente.
La TAV non si tocca e non perchè sia un'opera strategica ma perchè l'appalto del tunnel più lungo d'Europa è stato assegnato all'impresa dell'ex ministro Lunardi; e non basta è stato lo stesso Lunardi, da ministro di assegnare alla sua azienda tale milionario appalto.

Si tratta dello stesso Lunardi che salvò Berlusconi dall'inchiesta per abusivismi a La Certosa promossa dai magistrati di Tempio Pausania; il trucco fu semplice: elevò intorno alla villa del capo il "segreto di Stato", controfirmato dall'allora presidente del consiglio Berlusconi.
Così le costruzioni abusive, il porto privato abusivo e costruito su aree demaniali, l'approdo sottomarino per sommergibili sempre in aree demaniali, tutti salvati e fuori da ogni possibile inchiesta da parte dei magistrati.
Il guaio è che tale segreto di Stato continua ancora, anche se per realizzare gli abusi è stata sottratta al pubblico demanio un'area molto vasta e tutto a spese dello Stato. Ora Berlusconi risulta proprietario di segreto di Stato, pronto a venderlo al migliore offerente.
E' chiaro che Alfano difende Lunardi e il suo traforo tra Torino e Lione, si tratta di uno scambio di favori personali (a spese pubbliche).,

giovedì 19 settembre 2013

Cultura di massa


Penso che sia bene chiarire che con il termine mass-media si vogliono indicare dei mezzi di comunicazione di massa. La radio, la TV, internet e i social network, comunicano e informano molte persone contemporaneamente.
La “massa”, sebbene venga differenziata da un certo numero di parametri (età, sesso, istruzione, convinzioni politiche e religiose) costituisce un insieme relativamente omogeneo in rapporto al messaggio che si vuole trasmettere. Una caratteristica fondamentale è che la massa riceve un messaggio (o una serie di messaggi) da un'unica fonte e si contrappone, quindi, alla comunicazione specializzata, che interessa un numero minore di persone.
La massa riceve il messaggio e spesso non ha strumenti critici per valutarlo, proprio perché gli viene presentato “già filtrato” e non riesce a confrontarlo, non può crearsi una sua idea. Ciò è molto evidente con gli attuali mezzi di comunicazione (facebook, twitter ecc) dove bufale vengono spacciate per notizie “vere” e tutti stanno a fare commenti.
Bisogna prendere in considerazione anche l'incidenza che hanno gli apparati tecnici e cioè macchine e organizzazioni di persone che fanno funzionare il mezzo. La tecnica della stampa ha permesso di rendere illimitatamente ripetibile, il messaggio di un documento. Le tecniche che utilizzano l'energia elettrica consentono di trasmettere un messaggio immediatamente ovunque...
Si può assistere all'appiattimento delle menti, all'omologazione di massa. Penso che ci siano persuasori occulti che fanno un lavoro subdolo per sgretolare la nostra mente, non avere più difese mentali, sembrano delle pratiche ipnotiche di massa. Lo noto in certi spettacoli televisivi, quando si vuole fare entrare un messaggio nella mente dell'utente, si ripetono molte volte certi passaggi di un discorso, certe parole vengono evidenziate e iterate più e più volte. Alla fine ci troviamo a sostenere delle tesi che non sono nostre ma crediamo che lo siano.
Penso che la tecnologia è un aiuto per l'uomo moderno ma è necessario che l'individuo risolva i suoi problemi come “uomo” e non come macchina satura di informazioni. È necessario che gli uomini imparino di nuovo a ragionare, a pensare, a dialogare.

giovedì 12 settembre 2013

LA SICILIA E’ UN’ISOLA DEL PARADISO

di Sergio Garbellini


Illogico descrivere in poesia
l'immenso ed incantevole splendore
di questa bella isola italiana,
passata, come narra la sua storia,
attraverso le gesta e le conquiste
dei popoli: normanni, bizantini,
corinzi, megaresi, mamertini,
cretesi, svevi, greci, aragonesi,
cartaginesi, arabi, borboni,
e i sìculi, gli elìmi ed i sicòni,
i vàndali, i franchi e gli angioini!
Trinacria, fu chiamata in tempi andati
e il suo folclore venne decantato
dai saggi illustri: Gorgia ed Epicarmo,
Stesìcoro, Empèdocle, Archimede,
Teòcrito, Sofròne e Tigellino.
Ancora oggi resta un'attrazione,
meravigliosa, sobria e naturale,
da Taormina, a Sciacca, a Partinìco,
da Cefalù, ad Alcamo, a Licata,
da Mòdica, a Marsala, a Selinunte
e tanti altri luoghi sontuosi
che fanno da corona a quelle grandi
città che son: Palermo (Capitale),
Catania, Siracusa ed Agrigento,
Messina, Enna, e, poi, Caltanissetta,
con Trapani e Ragusa, dove il tempo
che passa, ne incrementa la bellezza.
La storia culturale siciliana
annovera tra i grandi personaggi,
scrittori siciliani di gran fama:
Quasimodo, Luigi Pirandello,
Giovanni Verga, Fava, Capuana,
Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
Brancati, Camilleri e Leo Sciascia.
Nonché gli artisti celebri isolani:
Bellini, Grasso, Tuccio Musumeci,
Virginia Balestrieri, Majorana,
Buzzati, Urzì, Rosina Anselmi, Musco,
Michele Abruzzo, Turi Panfolfini,
Gagini, Rapisardi, Palladino,
Gattuso, Attanasio, Trentacoste,
Juvarra, Sciuti, Ferro, Vaccarini,
Spadàro, Bufalini, Leo Gullotta,
i comici famosi, Ciccio e Franco,
Battiato, Gianni e Marcella Bella,
Serpotta ed Antonello da Messina.
La bella Maria Grazia Cucinotta
e i sommi personaggi siciliani:
Francesco Crispi, Don Luigi Sturzo,
Vittorio Emanuele Orlando, Nasi,
Giuseppe La Farina e poi Zichichi,
quest'ultimo scienziato di gran fama.
E, infine, un personaggio avventuroso,
è stato il celeberrimo Cagliostro,
un sìculo di nascita, vagliato
un chimico, alchimista e guaritore,
"Gran Cofto" ed ineffabile impostore.

Un'isola, laddove, batte il sole
mattina e sera e coi suoi raggi d'oro
s'espande dalle coste del Tirreno,
al mare di Sicilia e poi riprende
dal mar Mediterraneo per dar vita,
profumo e essenza, a quelle deliziose
meravigliose arance siciliane,
nonché dell'altra frutta prelibata:
meloni, pesche, fichi e mandarini.
Il sole, il mare, l'arte bizantina ...
turismo, storia, monumenti, spiagge
e il clima dell'eterna primavera!
E' l'isola baciata dall'amore! ...
E' la Sicilia ... il paradiso in terra !!!













lunedì 9 settembre 2013

LETTERA APERTA AI PEDOFILI DI TUTTO IL MONDO

di Sergio Garbellini


Io sono una bambina di tre anni ed ho tutto il diritto di vivere la mia bella vita in modo fiducioso verso il mondo,la mia innocenza vuole scoprire la vita, giorno per giorno, senza alcuna violenza,per vedere le cose con gli occhi dell’amore verso il prossimo e poter credere in ciò che realmente avviene nella famiglia e nel rapporto con gli altri, alfine di riuscire ad avere una mia personalità per crescere con la fiducia e con una buona educazione. Voi, con le vostre azioni malfamate, distruggete tutte le nostre fantasie lanciate dal cuore con l’ottimismo, che è parte integrante di ogni bambina dall’animo innocente.

Psicologicamente voi non riuscirete mai a capire quale distruzione avviene nella mente di ogni bambina violentata, quali pensieri d’orrore la possano seguire a scuola e nel corso della notte in cui gli incubi la assalgono nel silenzio e nel buio, un dramma che nessuno può capire, neppure gli psicologi che intervengono ogni qualvolta si deve assistere a questo terribile episodio di violenza.Ogni bambina ha il diritto di vivere una vita integra,
lontano dagli inganni e da
truci soggetti che uccidono
il loro delicato equilibrio in
modo grave e con eventuali
danni per quel che concerne
il proprio futuro ed è proprio questo il vero
dramma di ogni bambina violentata, che vive la sua
vita in modo terribile, per colpa di uomini incapaci di ragionare !!!


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Il mio desiderio più grande, è quello di avere la fortuna di riuscire a far leggere
questa lettera aperta, a tutti coloro che si nutrono di simili, spietate nefandezze !!!!

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7

sabato 7 settembre 2013

Civiltà significa rispetto per l'altro


Se l'uomo volgesse uno sguardo al passato, avrebbe buone ragioni di essere orgoglioso. Ne ha fatta di strada da quando incominciò a scheggiare la prima pietra per costruire un utensile. È venuto il momento di confrontare il progresso con la civiltà. Noto, nell'odierna società un disordine mentale che porta alla soppressione dell'altro (anche fisicamente). Superbia ed egoismo causano questo disordine fino a farci credere che si è dominatori incontrastati dell'universo. Non si deve confondere il progresso con la civiltà. La vera civiltà consiste nel sapere applicare le doti migliori dello spirito umano, realizzando il principio di una saggia convivenza con gli altri individui e gli altri popoli.
Si prospetta così il problema della libertà a cui è legato quello della democrazia. Quello della libertà è un problema importante per la collettività e per l'individuo, infatti siamo liberi ma non possiamo intralciare la libertà degli altri. Senza un modo di vivere equilibrato si hanno le prime rivoluzioni per l'errata interpretazione della libertà considerata, in passato, monopolio delle classi privilegiate che opprimevano i meno abbienti. A causa di questa errata interpretazione della libertà nacque in Francia la rivoluzione che finì in una vera e propria carneficina.
Sono sempre necessarie delle leggi che siano espressione della collettività e non volontà di un dittatore o di una oligarchia. Con leggi simili nasce spontaneamente il rispetto del cittadino per se stesso e per gli altri. Soltanto in uno stato civile, veramente democratico, si può raggiungere questo traguardo,attraverso un'educazione politica impartita al popolo e per mezzo di una coscienza civica che il popolo assimila, senza quasi accorgersenre, vivendo in armonia con i suoi simili. Il grado di civiltà così conseguito favorisce una coesistenza pacifica con altri popoli fondata su principi di comprensione e rispetto. Un simile modus vivendi non è affatto utopistico, abbiamo degli esempi di questo tipo in alcuni paesi del Nord Europa.
La buona volontà, la civiltà, la democrazia, l'ordine armonico per la libertà, il rispetto delle tradizioni inserito in una mentalità più aperta, sono fattori determinanti per superare barriere di lingua, di pregiudizi e di religione...

martedì 27 agosto 2013

INCENDI BOSCHIVI, un grave danno per la natura

Il 21 agosto 2013 ho assistito a un servizio al telegiornale veramente impressionante: l'incendio nel bosco di Montaretto, nella riviera ligure. Migliaia di alberi bruciavano come fiammiferi, la telecamera inquadrava migliaia di animali che fuggivano terrorizzati. Nonostante l'opera dei vigili del fuoco e dei volontari, il fuoco continuava a distruggere e le sue fiamme si stagliavano alte nel cielo. Dopo molte ore l'incendio fu domato e si potè assistere a uno spettacolo di completa desolazione: alberi carbonizzati, animali morti, dovunque i segni inesorabili delle fiamme e milioni di gravi danni irreparabili.
Non basta che i boschi vengono distrutti per costruire aree fabbricabili, non basta che gli alberi sono tagliati perché servono alle industrie. Purtroppo ci sono anche gli incendi dovuti alla sbadataggine umana. Basta una sigaretta non spenta, oppure un fiammifero ancora acceso per incendiare un bosco. Quando un bosco viene incendiato si paga un costo molto caro in perdita di ossigeno, di stabilizzazione climatica, di biodiversità. Non è soltanto la bellezza che se ne va ma anche la sicurezza che proviene dagli alberi; le loro radici frenano le acque, le loro foglie assicurano ricambio di ossigeno. È stato calcolato che un incendio in un ettaro di pineta può causare la morte di 300 volatili, 400 mammiferi e circa 5 milioni di insetti. Il 30% del territorio nazionale è costituito da boschi. Il patrimonio forestale italiano è tra i più importanti d'Europa. Cerchiamo di proteggere e salvaguardare questo importante e insostitubile patrimonio naturale.
Purtroppo vi sono persone che non possiedono un giusto livello di educazione civica e quando fanno un picnic in un bosco dopo è un disastro, ovunque cartacce, bicchieri e piatti di carta, bottiglie di plastica. Sicuramente queste persone avranno una casa super pulita ma fuori della loro porta si sentono autorizzati a comportarsi come vandali. Questa io la chiamo cattiva educazione. È da questa diseducazione civica che nascono e si propagano gli incendi. È necessario che la gente prenda coscienza e comprenda la reale importanza di un bosco che mantiene un l'equilibrio ecologico del pianeta...

mercoledì 21 agosto 2013

A.A.A. Segreto di Stato vendesi


Di Rosario Amico Roxas
Berlusconi ha fretta di far saltare il tavolo del governo per lanciarsi nell'ignoto, trascinandosi appresso la nazione. Intanto si aggrava la sua personale situazione.

E' di oggi la notizia riportata dal quotidiano spagnolo ABC di una trattativa in corso da parte di una famiglia notabile spagnola per l'acquisto della villa La Certosa, per un importo variabile tra 380 e 400 milioni di euro.

Si tratta di una somma considerevole, molto utile all'ex cavaliere per saldare il conto con De Benedetti, visto che la sentenza definitiva arriverà prima della fine dell'anno, per una somma che supera i 500 milioni di euro.

La villa La Certosa NON appartiene interamente a Berlusconi, in quanto si è appropriato di aree demaniali edificando abusivamente, ma inventando sanatorie ad personam in quanto presidente del consiglio; si è anche appropriato di una lunga fetta della costa per costruire un porto annesso alla villa; per completare l'opera ha realizzato un approdo sottomarino per sommergibili, collegato direttamente con l'abitazione principale, realizzato da all’ex ministro Lunardi, lo stesso la cui impresa realizzò lo scavo sottomarini. Quando la magistratura di Tempio Pausania cercò di indagare sugli abusi, venne messa alla porta innalzando un provvidenziale "segreto di Stato" che avrebbe coperto l'intero corpo. NON è chiaro chi ha affrontato io costi per tali "segreti di Stato. Cicchitto ebbe a dichiarare che furono spese personali dell'ex cavaliere, aggravando la situazione giuridica, in quanto un privato cittadino si appropria di aree demaniali, utilizza la carica per coprire il tutto col segreto di Stato, spendendo del suo, come se già quell'appropriazione indebita gli appartenesse.

Gli abusi sarebbero stati “sanati” con una delle tante sanatorie elaborate dai governi Berlusconi, ma rimane il Segreto di Stato e l’appropriazione delle aree demaniali, unitamente al costo delle opere.

Ora il tutto richio di essere venduto ad un privato straniero, con Segreto di Stato annesso.
La stampa si è interessato del caso, ma il dominio sui media ha permesso di far passare tutto sotto silenzio.





domenica 18 agosto 2013

Quarto grado e oltre...È ora di finirla


La Costituzione italiana, una delle più garantiste del pianeta, prevede tre gradi giudizio prima di sancire una condanna definitiva.

A Berlusconi questo non basta; nel corso dei tre gradi di giudizio ha preteso decidere “CHI” doveva giudicarlo, rigettando il collegio difensivo perché sarebbe stato prevenuto nei suoi confronti; ha cercato di ottenere anche il “DOVE” essere giudicato, indicando la sede di Milano non competente; infine ha imposto il “QUANDO” imponendo impedimenti dichiarati legittimi, ma che tale non erano in quanto, a conoscenza dsella data indicata dai magistrati, ecco che convocava una urgente convocazione del consiglio dei ministri, fino a quando i magistrati si sono stancati di questa presa in giro ed hanno, giustamente negato la legittimità invocata.

Terminato lo spettacolino farsesco nei due gradi di giudizio, è arrivato il terzo grado, quello inappellabile, affidato alla Corte di Cassazione, che ha definito la condanna, sancendo la sentenza passata in giudicato.

Berlusconi e i suoi interessatissimi sodali, esigono il ”QUARTO GRADO”, che dipende dal Presidente della Repubblica, ma non come grado di giudizio, bensì come atto di magnanimità, che non può essere concessa a chi minaccia, ma a chi accetta la condanna, espia parte della pena e mostra chiari segni di ravvedimento. Tutto ciò non rientra nella presunzione di innocenza di Berlusconi, il quale esigerebbe un gesto inaudito da parte di Napolitano, il quale dovrebbe, secondo la volontà dell’ex cavaliere, smentire tutti i magistrati che hanno trattato il processo nei tre gradi, dichiararne l’incompetenza, accusandoli di avere sbagliato, dichiarando assolto Berlusconi, anzi, messo nella condizione di chiedere alla Stato il risarcimento materiale e morale (che dirà di voler devolvere in beneficenza !). Questo non può accadere, perché aprirebbe una maglia insanabile tra le Istituzioni che ne uscirebbero massacrate.

C’è un successivo “QUINTO GRADO” che si prospetta nell’immediato futuro dell’ex cavaliere: il ricorso al tribunale europeo per i diritti dell’uomo, che dovrebbe azzerare i tre gradi di giudizio, il parere negativo della “grazia” ed elevare Berlusconi alla santificazione del martirio; cosa questa estremamente improbabile ed improponibile.

Ecco scattare il “SESTO GRADO” di giudizio, affidato alle organizzazioni dell’ONU, che al quinto punto indicano una funzioni nel “promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui”, attraverso la Corte Internazionale di Giustizia.

Il ricorso a questi vari e fantasiosi gradi di giudizio, secondo gli avvocati dell’ex premier, pagatissimi per dire ciò che fa comodo a Berlusconi, dovrebbe bloccare l’applicazione della sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione e ciò prima ancora che scatti il “SETTIMO GRADO” di giudizio, affidato agli elettori; ovviamente Berlusconi sarebbe il candidato di punta del centro destra, essendo la sentenza neutralizzata dai vari ricorsi. La campagna elettorale diventerebbe una ordalia affidata alle promesse, peraltro mai mantenute, che l’ex cavaliere è abilissimo a propinare ai suoi elettori; quell’articolo 1 della Costituzione “il potere appartiene al popolo”, sancirebbe l’assoluzione del pregiudicato in quanto il 25% degli elettori lo avrebbe indicato come proprio leader, contrastando le sentenze che sono state pronunciate da magistrati non eletti dal popolo, ma vincitori di concorso avendo superato un compitino.

P.S. Se tutto ciò non si avverasse, c’è la soluzione prospettata da Bondi: la guerra civile !


Rosario Amico Roxas





giovedì 15 agosto 2013

Berlusconi e Cuffaro

Ben lontano dal voler difendere l’operato di Totò Cuffaro, peraltro identificato e punito in tre gradi di giudizio e con una sentenza passata in giudicato; ma rimane aperta la strada per valutare il comportamento dell’uomo,prima che del politico e del pregiudicato per un delitto infamante per un uomo delle Istituzioni, come la connivenza con i mafiosi, nemici giurati dello Stato .
Totò Cuffaro si è difeso, come suo diritto, NEI vari processi che lo videro imputato perdente, senza scegliere la comoda strada di difesa DAL processo.

Fu Casini, in cerca di consensi a qualunque costo e a qualunque prezzo che, In vista delle elezioni politiche del 2008, definì Cuffaro un "perseguitato politico", sulle orme ormai collaudate da Berlusconi, annunciandone la candidatura alle consultazioni nazionali, violando, peraltro la promessa, di non candidare chi avesse subito condanne, anche se non ancora passate bin giudicato. Una ingenuità, quella di Casini che gli costò una caduta verticale dell’UDC nelle elezioni e la scomparsa dalla visibilità cui lo stesso era abituato, condizionando negativamente anche ogni ipotesi futura di ripresa.

Il 18 gennaio 2008 Cuffaro venne dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Dda di Palermo. La sentenza di primo grado condannò Cuffaro a 5 anni di reclusione nonché all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Il 23 gennaio 2010 la Corte d'Appello di Palermo condannò Cuffaro a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato nel processo 'talpe alla Dda'. Rispetto alla sentenza di primo grado la pena fu inasprita di ulteriori due anni, con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Dopo la sentenza Cuffaro ha annunciato di lasciare ogni incarico di partito e di voler ricorrere alla Corte di Cassazione.

Il 22 gennaio 2011 la Corte di Cassazione confermò in via definitiva la condanna 7 anni di reclusione inflittagli l'anno prima dalla Corte di Appello di Palermo, nonostante la richiesta di eliminazione dell'aggravante mafiosa da parte del procuratore generale.
Il giorno stesso Cuffaro si costituì e venne rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia.
Il successivo 2 febbraio il Senato della Repubblica accolse le sue dimissioni da parlamentare con 230 voti favorevoli, 25 contrari e 17 astenuti.

Nelle motivazioni della sentenza i Giudici della Cassazione dichiararono provato l'accordo politico-mafioso tra il capo-mandamento Giuseppe Guttadauro e l'uomo politico Salvatore Cuffaro, e la consapevolezza di quest'ultimo di agevolare l'associazione mafiosa, inserendo nella lista elettorale per le elezioni siciliane del 2001 persone gradite ai boss e rivelando, in più occasioni, a personaggi mafiosi l'esistenza di indagini in corso nei loro confronti.

Il 28 ottobre 2011 i legali di Cuffaro resero noto di aver presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo istanze di revisione del processo in cui è stato condannato in Cassazione e del processo definito "Talpe alla Dda".

L’itinerario giudiziario di Cuffaro è tutto dentro le regole processuali, senza ricorso ad espedienti ghediniani di dilatare i tempi processuali in cerca di una consueta prescrizione che già aveva salvato Berlusconi da condanne.

E’ facile, ma è anche doveroso, rilevare la sostanziale differenza comportamentale tra Cuffaro e Berlusconi, il primo in galera, scomparso dalla visibilità mediatica con grande dignità umana, il secondo perennemente in fuga dalle sue responsabilità, delegando altri a sostenere l’indifferibilità del riconoscimento della sua indiscutibile presenza nel mondo politico, per non meglio identificate benemerenze conquistate quale “uno dei figli migliori dell’Italia” (così si è definito nella conferenza stampa seguita alla condanna in terzo grado.

Ora si parla di concessione di grazia, altrimenti il governo Letta rischia la sua sopravvivenza, con il rischio di aggravare la già grave situazione economica dell’Italia.

Con questo ricatto cade miseramente la motivazione secondo la quale Berlusconi insisterebbe a voler rimanere in politica per il grande amore che nutre per l’Italia, chiamato, come si illude di essere o come sostiene davanti ai suoi vassalli, a salvare la nazione dalla minaccia comunista.
Se di grazia si continuerà a parlare, allora è Cuffaro il primo che dovrebbe poterne godere, non fosse altro che per il rispetto dimostrato alle Istituzioni, verso le quali ha mancato pesantemente, ma scontando, con dignità, il fio delle sue responsabilità.

Rosario Amico Roxas

mercoledì 31 luglio 2013

Legge disuguale per tutti...È ORA DI FINIRLA


Una nazione in piena crisi: manca il lavoro per i giovani, le pensioni sono al minimo storico, la credibilità internazionale è sotto i tacchi, mentre stiamo in trepida attesa se Berlusconi sarà condannato come un semplice cittadino che commette un reato o si cercherà qualche cavillo per sottrarlo alla legge, essendo la legge disuguale per tutti e relativa alla persona che commette il reato.

Il cavaliere pensa di ribaltare l'eventuale risultato negativo accettando ed esaltando il ruolo vittimistico del perseguitato che favorirebbe i consensi al PdL, visto la tendenza auto-punitiva del popolo italiano.

Il perseguitato....

dalle olgettine che pretendono un vitalizio in cambio delle testimonianze a discolpa;

dalla moglie che vuole un vitalizio solenne quale compenso per averlo tollerato tanti anni e averla mortificata in troppe occasioni;

dai magistrati di Bari che lo accusano di avere corrotto Tarantini in cambio di testimonianze edulcorate

dai magistrati di Napoli che lo accusano di avere corrotto De Gregorio per far cadere il governo Prodi;

da De Benedetti al quale la magistratura ha riconosciuto un risarcimento di oltre 500 milioni di euro per il lodo Mondadori, nel quale il cavaliere riuscì a corrompere anche un magistrato;

dai magistrati di Milano che non credono alla testimonianza delle escort scritte a libro-paga;

dalla contessa Beatrice Rangoni Machiavelli, cognata della marchesina Casati Stampa alla quale il cavaliere avrebbe (ma il condizionale è solo eufemistico) truffato la villa di Arcore grazie alla complicità del tutore dell’ex proprietaria, allora minorenne, Cesare Previti.

da me che chiede da anni di sapere a quale titolo il cavallerizzo si è appropriato delle aree demaniali pertinenti alla villa La Certosa, costruendo abusivamente porti, approdi sottomarini per sommergibili, migliaia di metri cubi di costruzioni regolarmente abusive e nascondendo il tutto dietro un fantasioso “segreto di Stato”.
È ora di finirla e di dimostrare un po' di dignità. sempre se gliene resta...

Rosario Amico Roxaxs

venerdì 12 luglio 2013

Magdi Allam: vergognoso!!!



Lo storico pellegrinaggio di Papa Francesco a Lampedusa, del quale avremo modo di parlare a lungo, ha avuto un’appendice a dir poco “vergognosa”, concretizzata in un articolo di critica dell’apostata Magdi Allam pubblicato sul suo foglio “Io amo l’Italia”.

L’articolo non merita commenti, ma se qualcuno volesse leggerlo per verificare la bassezza culturale dell’autore può andare a visionarlo in :


http://ioamolitalia.it/editoriale/se-il-papa-a-lampedusa-benedice-i-clandestini.html


Il termine “lavoro nero” ha assunto il significato di lavoro nascosto, invisibile, per mimetizzarsi nelle cantine delle evasioni fiscali; ma è nel lavoro nero che si verifica ma maggior quantità di “morti bianche” il tutto con un utilizzo della scala cromatica, a dir poco paradossale.

Ma lavoro nero dovrebbe poter identificare anche un lavoro non chiaro, non identificabile nel suo realizzarsi; un lavoro poco onorevole e in quanto tale eseguito nascondendosi o elevando intorno a sé una barriera protettiva.

Chiamerei “lavoro nero”, in quest’ultimo senso, quello svolto da Magdi Allam ed esaltato a fini elettorali.

Ci fanno vivere nella costanza del paradosso, dell’improbabile e dell’improponibile; Magdi Allam, egiziano, musulmano, si è fatto cattolico, cristiano mentre dichiara di “amare l’Italia”, e organizza manifestazioni in difesa dei cattolici e del cattolicesimo, indicando la religione alla quale apparteneva, almeno sulla carta, come il pericolo maggiore per la sopravvivenza stessa del cristianesimo; incassò l’appoggio incondizionato del pontefice Benedetto XVI che lo ha battezzato in mondovisione, incassando anche la candidatura al Parlamento europeo che gli offrì Casini e l’UDC; nessuno lo identifica per quello che è: un apostata opportunista.
La strategia di Magdi Allam appare sempre più sconcertante; mentre l’intero pianeta tenta di scongiurare l’acuirsi delle guerre e la loro trasformazione in una reciproca “guerra santa”, il musulmano egiziano neo-cattolico con scorta e autista, getta benzina sul fuoco al solo fine di inasprire gli animi.
C’è chi lo manovra per documentare le sue aberranti tesi ?
C’è chi è interessato acchè le guerre preventive possano ricevere l’unzione della legittimità e della santità ?
Così si materializza il paradosso: la Chiesa è stata difesa da un ex musulmano, il quale, proprio in tale veste accusa i suoi ex-confratelli nella fede di nutrire programmi di distruzione di massa del mondo cattolico e cristiano.
Sono ben pochi i lettori che hanno seguito le evoluzioni di Magdi, transitato dall’estrema sinistra radicale ad una posizione opportunista.

Il governo Berlusconi lo dotò di scorta protettiva per una fatwa che sarebbe stata pronunciata contro di lui per le affermazioni contro l’Islam; così è diventato il più protetto nemico del mondo islamico, e non perde occasione per identificare nell’Islam il più grande pericolo per questo occidente, trascurando le aggressioni che l’Occidente organizza, ma esaltando l’efferatezza di quanti reagiscono alle aggressioni. Non l’ho mai sentito intervenire con toni di condanna, quando dalla stampa apprendiamo, con notizie veloci, da dimenticare, di bombardamenti nei quali centinaia di bambini perdono la vita. Ha avuto anche parole durissime contro il più grande teologo e storico dell’Islam Tariq Ramadan, colpevole di aver tracciato l’itinerario di integrazione della cultura e della religione islamica in Europa.
E’ stato Tariq Ramadan a chiarire che l’interpretazione della Jhiad come guerra santa è di tre o quattro secoli successiva al Profeta e alla nascita dell’Islam, con versetti che non fanno parte del Corano e che sono conosciuti più in Europa che nel mondo islamico; per queste ragioni il Magdi Allam, facendosi forte dell’autorità mediatica che gli viene concessa, stravolge anche l’evidenza per farsi portatore delle ideologie aggressive, fornendo loro una motivazione difensiva.
L’ideale di pace, di solidarietà, di integrazione non appartiene al linguaggio di Allam, perché deve dare corpo alle esigenze violente, alle aggressioni, trovando motivazioni costruite a tavolino, ma propagandate con scientifica attenzione.
Tramite Magdi Allam il cattolicesimo e il cristianesimo, tornano nelle piazze per manifestare odio e propagandare l’esigenza di prosecuzione di quelle guerre che si vogliono far diventare nuove crociate; così un Magdi Allam, egiziano e musulmano, esalta il Dio degli eserciti, che sconfigge il Dio dell’Amore predicato da Cristo.

Rosario Amico Roxas

domenica 21 aprile 2013

Santi ed eroi in un paese allo sbando



Berlusconi, Al Fano e Schifani applaudono se stessi.

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Eroica la decisione di Napolitano di offrirsi per tamponare il fallimento della politica. Si tratta del tentativo di supplenza del vuoto ideologico che colpisce l’Italia. Napolitano esalta l’ideologia del “bene comune”, offrendosi come vittima sacrificale all’inconcludenza della politica che guarda agli interessi di parte.

A breve assisteremo alla materializzazione del prezzo che l’Italia dovrà pagare a causa della ingovernabilità provocata da Berlusconi e supportata dalle indecisioni di Bersani.

Il paragone con la Chiesa nasce spontaneo, quando dimostra di aver bisogno di Santi e di Martiri per lenire le proprie ferite; così come uno Stato laico necessita di eroi per salvare se stesso dalle trappole ordite dai professionisti della politica; entrambi documentano le debolezze e gli errori che sono chiamati a dirimere.

Papa Francesco sta al suo predecessore dimissionario, come Napolitano sta al vuoto di potere e di credibilità che ha svalutato la nazione agli occhi del mondo.

Rosario Amico Roxas

venerdì 19 aprile 2013

Appello a Bersani e a tutto il PD

di Rosario amico Roxas

BASTA con il gioco al massacro delle personalità più in vista del centro-sinistra.
Prima Marini, adesso Prodi e Rodotà, mandati allo sbaraglio con grande giubilo della banda Berlusconi.

Prodi ha impegni istituzionali a livello internazionale, quindi bisognerà puntare su Rodotà, non come accettazione passiva delle richieste di Grillo, ma per dare una guida sicura alla nazione, ben considerando che la scelta Rodotà aprirebbe le porte alla formazione di un governo, controllato a vista, come vuole il popolo italiano.

La favoletta che l'essere eletti dal popolo esonera dal rispetto delle leggi, è una favoletta berlusconiana. Con l'appoggio del M5* ci sarebbe un controllo rigoroso, che non lascerebbe spazi ai professionisti della politica, incoraggiando gli elettori a tornare alla politica nel verso giusto.
Respingere la proposta di Grillo manifesta una paura che dovrebbe risultare infondata, quella del controllo e della riduzione delle spese della politica, quindi tutto il resto: revisione della legge elettorale, legge sul conflitto di interesse.

Non ci sarebbe neanche bisogno di votare l'inelegibilità di Berlusconi, perchè scomparirebbe di suo dalla circolazione, non senza avere, prima, tentato di mobilitare la piazza con i suoi scagnozzi pagati.
Per cui eletto il Presidente della Repubblica subito un governo con personalità forti al Ministero degli interni e al Ministero della Difesa, fin ora Ministero della Guerra con La Russa.
Allarme democrazia in pericolo.

domenica 17 marzo 2013

Tradimenti, traditi e traditori



Grasso presidente del Senato, M5S si spacca e in parte lo vota

(Il Messaggero del 17 marzo 2013)

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Ma Grillo ha tuonato: "Chi ha tradito si dimetta !"

Non ha però chiarito chi sarebbero i traditori e chi i traditi.

Avrebbe voluto Schifani presidente del Senato ?

Avrebbe voluto Grasso eletto con tutti i voti del suo movimento ?

Sappiamo bene cosa avrebbe voluto l'oligarca Grillo, ormai rapito dai sogni di potere; per lui ieri sarebbe venuta meno la sua logica del "tanto peggio tanto meglio", per cui si ritrova a perdere una parte del suo personale consenso, senza tenere in conto che i pochi grillini che hanno votato Grasso, hanno recuperato credibilità presso gli elettori che da loro si aspettano proprio gli interventi determinanti, per mettere all'angolo il berlusconismo e sostenere un governo che dovrà impegnarsi a ricostruire tutto ciò che Berlusconi ha distrutto.

L'acrimonia di Grillo contro il PD non trova motivazioni credibili: se si ritiene, come Grillo va predicando, che B. ha fatto solo i suoi interessi, sarebbe folle contrastare il PD e impedire la ricostruzione che potrebbe controllare da vicino, evitando giochi politici e non sociali.

Così emerge che i veri traditori sono quei grillini che hanno ubbidito ciecamente all'oligarca, tradendo le attese degli italioani.

Grillo deve decidersi alla scelta: vale più il suo movimento e la sua persona, sopravvalutata solo da lui stesso, o la tutela degli interessi nazionali ?

Ma forse non lo sa nemmeno lui !

Rosario Amico Roxas

sabato 9 marzo 2013

Una sociologia per il nuovo Pontefice



Se non è facile, e forse nemmeno possibile, delineare una storia precisa della sociologia cristiana, tuttavia si possono fare interessanti e utili rilievi su questa materia. Il primo è di carattere geografico; mentre nell’Occidente-Europa la sociologia di matrice religiosa si è sviluppata soprattutto in campo cristiano, nell’Occidente-America, terra promessa della sociologia, non si può dire che in questo settore di studi sia all’avanguardia. E’, inoltre, utile ricordare che la sociologia come scienza non è più di idee ma di fatti (crf. F. Barbano, Teoria e ricerca…, Milano, 1955); l’indagine religiosa è stata condotta e dominata dalle ricerche sull’ambiente familiare, sul posto di lavoro, sullo stato dei gruppi di minoranze etniche, linguistiche o culturali, sull’insegnamento religioso nelle scuole.

Per adeguarsi ai tempi e dialogare con il mondo intero, la Chiesa deve accettare il relativismo della sociologia e rispettare le altre culture, le altre religioni, senza inalberare selettive radici cristiane dell’Europa, suggerite dal ragioniere/filosofo Marcello Pera, di estrazione razzista e di idee politiche malleabili a convenienza.

Paolo VI fu uno dei più grandi pontefici del sociale perché ebbe come consulente laico Jacques Maritain, mentre Ratzinger ha esaltato Pera non comprendendone i limiti e le ambizioni personali; da ciò nacque quel “Senza radici” che identifica il cristianesimo come un elemento antropologico distintivo dell’Europa, come il naso adunco degli Aztechi.
La sociologia religiosa ha privilegiato il terreno delle pratiche pie, ma con l’evoluzione del pensiero sociale della Chiesa l’interesse ha coinvolto altri settori della ricerca sociologica con implicazioni di ordine etico nella società laica.
Il sociologo cristiano si trovò a dover esaminare altre vie, connesse e interdipendenti, a quella prioritaria delle pratiche religiose. Innanzitutto dovette prendere atto delle relazioni dell’organismo sociale della Chiesa con la complessità della società; dovette, quindi, analizzare da una parte l’inserimento della Chiesa nella società moderna e dall’altra l’influenza esercitata sulla Chiesa dalle diverse condizioni e dai vari fattori del mondo sociale, c’è, infatti: “… una stretta interdipendenza tra il sacro e il profano, fra il tutto sacro e il tutto profano” (Guarlert Th. M. Steeman, La conception de la sociologie religieuse chez Gabriel Le Bras, in Social Compass, Vol.VI n. 1, Parigi, 1956)
Con l’orientamento attuale, inaugurato con il Concilio Ecumenico Vaticano II, si deve tener conto del fatto che

“…se la religione vive nel cuore degli uomini, ogni religione positiva nasce e si sviluppa all’interno di una società che influenza nelle forme e nei contenuti” (Cfr. G. Le Bras, Etudes de Sociologie Religueuse”, in Social Compass, vol. VI n. 1 Parigi 1956).

Questa constatazione, pur se del 1956, rimane estremamente attuale, in quanto sottolinea la necessità di affrontare e risolvere, per quanto possibile, la problematica dell’interazione tra Chiesa e Società, tra Stato e Chiesa, tra Religione e Organizzazione della vita civile.
Ma l’appartenenza religiosa acquista diverso significato a seconda della società a cui si riferisce; alla diversità delle Società corrisponde una differenza anche della religione positiva che vi si associa. Si comprende, così, il tipo di influenza che l’Islam esercita nelle nazioni arabo-musulmane, lì dove la priorità della religione influenza, a volte positivamente ma a volte negativamente, l’itinerario dello sviluppo sociale. Sembrano maturi i tempi di allargare gli orizzonti della sociologia religiosa e di cercare l’esplorazione degli immensi problemi che ruotano intorno ai rapporti tra Fede mondo moderno.
L’intensità di pressione sul mondo moderno da parte della sociologia cristiana si è attenuta, rivolgendosi prevalentemente agli aspetti sociali che contengono problematiche umane che esigono la presenza di valori più specificatamente di ordine religioso, quali la solidarietà verso i più deboli, la formazione di uno Stato Sociale in grado di mitigare le differenze tra ricchi e poveri Da parte cristiana c’è una importante apertura al dialogo sociologico con le altre religioni, specie a seguito del Concilio, ciò è ampiamente dimostrato da importanti documenti pontifici che hanno puntualizzato non pochi sviluppi avvenuti nella dottrina sociale della Chiesa; l’evoluzione sociale della Chiesa è stata e continua ad essere importante, anche se rimane statica la dottrina teologica.

Sotto questo aspetto si potrebbe parlare di flessibilità dell’organismo ecclesiale, poiché è opportuno che la Chiesa si adegui alle diverse situazioni sociali, senza, però, che la Chiesa si identifichi con una particolare struttura sociale, in quanto deve salvaguardare la propria autonomia nel fluire delle forme di organizzazione sociali che si succedono nella storia.
Con questa premessa corre obbligo rendersi conto dell’eco suscitata dalla pubblicazione dell’enciclica Populorum Progressio, che rivestì, e riveste ancora, una grande importanza anche per gli studiosi di sociologia; in tale enciclica, infatti venne offerta la prospettiva migliore per valutare lo status della Chiesa nella società moderna e non limitatamente agli anni della emanazione dell’enciclica, ma in prospettiva futura, in una visione "universale" che trascende l’attualità per proiettarsi nella dimensione umana ed etica che compete alla Chiesa.
Se l’insegnamento pontificio suscitò e suscita ancora echi e reazioni anche tra i non credenti, occorre accettare che mai il dialogo interreligioso è stato così intenso. Sembra che Paolo VI abbia voluto ascoltare le voci profonde del mondo, abbia voluto interrogare gli uomini per rispondere ai loro dubbi, partecipando alle angosce e alle attese.
Balza, ancora oggi, dalla PP l’immagine di un pontefice moderno, immerso nella vita dell’umanità, pronto a levarsi in mezzo ad essa, non con spirito autoritario, ma con paternità universale, estesa a credenti e non credenti.
Furono in molti a chiedersi in quale modo avrebbe potuto esprimersi il nuovo corso della Chiesa, a quali gesti la Chiesa avrebbe affidato la nuova coscienza di sé e delle proprie responsabilità verso il mondo moderno. In molti pensarono che, chiusa la parentesi conciliare e reso il dovuto omaggio alle conclusioni innovative, tutto sarebbe continuato come prima, con appena qualche cambiamento necessario ai nuovi tempi ma limitati a far si che niente di sostanziale avrebbe inciso sul rapporto tra la Chiesa e l’intera umanità.

Rosario Amico Roxas

domenica 3 marzo 2013

Diversamente politici

Non basta il voto degli elettori per fare di persone dotate di buona volontà anche dei buoni politici.
La loro vocazione di servire la democrazia si scontra frontalmente con l’imposizione del capo che non tratta, non discute, non collabora, e non permette che si possa trattare, discutere, collaborare.
Lo slogan è “tutti fuori” e per ottenere tale risultato non c’è nulla di meglio che esaltare la ingovernabilità e paralizzare un paese già palesemente claudicante di suo.
I giovani che hanno creduto, gli adulti che hanno voluto protestare, si ritrovano adesso nell’alveo di un fiume dopo un furioso temporale, mentre esondano i margini e la piena dilaga travolgendo ciò che resta.

Non c’è un rimedio che viene proposto,valutato, ipotizzato, ma solo il peggio che dovrebbe rigenerarsi e modificare, per inerzia, la storia della nazione.
L’idea di distruggere per poter ricostruire al meglio è vecchia, ed ogni tentativo di proporla è stato causa di immani tragedie, perché la storia può essere indirizzata a progetti di sviluppo e di progresso, ma non certo di riedificazione dopo aver raso al suolo l’immagine stessa della storia.

Così tanti giovani fiduciosi sono stati ridotti a “diversamente politici”, asserviti alla assurda logica del “tanto peggio tanto meglio”; è stata carpita la loro buona fede, la loro fiducia, senza dare loro nulla in cambio se non la promessa di distruggere ciò che ancora rimane.
Senza speranza non c’è futuro.

di Rosario Amico Roxas

sabato 16 febbraio 2013

Considerazioni sulla Constitutio Conciliaris Gaudium et Spes .


L’itinerario di Ratzinger cardinale e poi Pontefice lascia poco spazio per una analisi di sviluppo del magistero sociale della Chiesa, che ebbe uno dei momenti più “alti” con il Concilio e, al termine del Concilio con un documento politico di grande spessore morale e universale: la costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II e della Chiesa cattolica.

Approvata da 2.307 dei vescovi presenti al Concilio e rifiutata da 75 vescovi, la Gaudium et Spes fu promulgata dal papa Paolo VI l'8 dicembre 1965, l'ultimo giorno del Concilio. Il nome Gaudium et spes deriva dalle prime parole latine del testo, che significano: la gioia e la speranza.

Nella Gaudium et spes i padri conciliari posero l'attenzione della Chiesa sulla necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con tutto il mondo, contrariamente a ciò che avverrà con Benedetto XVI nella esaltazione delle radici cristiane dell’Europa e con la condivisione delle affermazioni di Pera , secondo il quale un dialogo interreligioso non sarebbe possibile, (Ella spiega con grande chiarezza che un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile – Lettera di presentazione al libro di Pera “Perché dobbiamo dirci cristiani”) condivisione rafforzata dall’affermazione: “"La proclamazione messianica della chiesa è messa in pericolo dalle teorie relativiste che tentano di giustificare il pluralismo religioso". (Dominus Iesus).

Il mondo, pur se si allontana spesso dalla morale cristiana, è pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifesta la sua presenza. Si considerò pertanto compito della Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare profondi legami con "gli uomini e le donne di buona volontà", soprattutto nell'impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scienza.------

Il riferimento alla Gaudium et Spes è la traccia di ogni possibile evoluzione del pensiero sociale della Chiesa.

La “Gaudium et Spes”, specie nella 2° parte, cap. 3°, affronta il problema sociale sotto un profilo più ampio di quello dato dalle precedenti Encicliche sociali, che volgevano lo sguardo ai problemi delle singole nazioni. La Chiesa comprese bene come il concetto di "sviluppo" si sia dilatato oltre le frontiere dei singoli Stati, diventando un elemento fondamentale dell’economia. Difficilmente la Chiesa è riuscita ad anticipare l’evoluzione dei tempi, ha sempre analizzato tale evoluzione per dire la Sua parola: la Rerum Novarum fu la risposta della Chiesa al “Capitale” di Carlo Marx dopo 50 anni !
Con la “Gaudium et Spes”, specie a rivederla alla luce degli accadimenti attuali dopo 60 anni dalla promulgazione, ci rendiamo conto come la Chiesa, in questo caso, abbia anticipato i tempi, prevedendo ciò che sarebbe accaduto.
Si tratta di un intervento prettamente “politico”, cioè del comportamento che l’uomo assume di fronte a determinati eventi, in questo caso l’etica ha la sua parola da dire, per questo la Chiesa intervenne.
Non si guardò più all’aiuto che i paesi ricchi devono elargire a quelli poveri, ma essa trasformò quest’intervento in problema politico e di politica planetaria.
Al centro del problema si pose lo sforzo che tutti devono compiere, a cominciare dai paesi progrediti, per regolare le leggi dell’economia e orientare le singole politiche sociali dei singoli paesi nel quadro generale di una economia del benessere globale. Venne anche indicata la via da seguire, sottolineando come l’oggetto di una sana politica economica non deve limitarsi alla sola moltiplicazione dei beni, né al profitto, né alla potenza, bensì deve porsi al servizio dell’uomo, considerato nella gerarchia delle sue necessità materiali, spirituali e religiose:

“d’ogni uomo, d’ogni gruppo di uomini, senza distinzioni di razza, di continente, di cultura o di religione”. (Gaudium et Spes” parte II, cap. III).

Così il Concilio insegnò che lo sviluppo non poteva essere abbandonato né alla discrezione dei “grandi interessi”, né all’arbitrio degli Stati più sviluppati, né


“all’egemonia delle grandi Potenze né agli automatismi dell’economia”.

Sembra leggere la condanna anticipata della globalizzazione dei mercati, che oggi viene presentata come una naturale ed automatica evoluzione dell’economia.
Per la prima volta, molto tempo prima della fine della guerra fredda con la divisione del mondo in Est e Ovest; molto tempo prima della nuova divisione del mondo in Nord e Sud, in paesi ricchi e in paesi poveri, in nazioni produttrici e nazioni consumatrici, in popoli creditori e popoli debitori, si entrò nel vivo della problematica della cooperazione internazionale.
Emerge anche una nuova visuale: nel secolo XIX si passò dal “paternalismo” alla “giustizia sociale”, con la Gaudium et Spes si impone la costruzione di una “comunità mondiale”, antitesi perfetta di quello che, invece, è accaduto con la promozione della globalizzazione dei mercati. La “comunità mondiale” non escluderebbe l’aiuto che il più forte deve dare al più debole, ma tale aiuto, senza tornare a cadere nel “paternalismo” ormai superato, deve avvenire al di sopra delle disparità di fatto, nel riconoscimento di una eguaglianza fondamentale di diritto.
Ritengo che non si possa negare la lineare continuità del pensiero sociale della Chiesa, pur nel costante adeguamento alle situazioni diverse dei tempi e della società.
Leone XIII fece il primo passo, in risposta al marxismo che stava già guadagnando proseliti; si rivolse ad una società statica e individualistica, fondamentalmente ostile al diritto di associazionismo, e rivendicò, per primo, il diritto dei corpi intermedi alla propria esistenza e alla loro autonomia in seno alla comunità.
Pio XI e Pio XII si ritrovarono in una società in movimento, minata dalla contrapposizione di gruppi già legalmente riconosciuti, ma ostili fra di loro; questa realtà li portò ad insistere sul concetto di un ordine corporativo in grado di unificare armonicamente in un solo corpo sociale gli interessi più diversi.
Giovanni XXIII aprì il Concilio su un mondo in pieno processo di socializzazione, esteso in ogni campo dell’attività umana.
Questa evoluzione spiega il tramonto dell’idea del corporativismo, sostituita con l’idea del cooperativismo; l’internazionalizzazione del cooperativismo non potrà che diventare “integrazione fra i popoli”, in alternativa e in contrasto con la globalizzazione dei mercati promossa e imposta, anche con la forza, dalla minoranza opulenta del mondo occidentale alla maggioranza bisognosa del resto del pianeta.
La globalizzazione guarda ai mercati e divide il mondo in nazioni produttrici e nazioni consumatrici; è un ritorno al materialismo, quello stesso materialismo che il sistema liberal-democratico ha sempre combattuto; il cooperativismo torna ad appropriarsi della centralità dell’uomo, ponendo l’economia al servizio dell’uomo e di tutti gli uomini, solo così potrà realizzarsi l’etica economica.
Immutato rimane l’invito, da parte della sociologia del Nuovo Umanesimo, alla partecipazione di tutti nella edificazione della società; sostanzialmente identico resterà il modello teorico a cui si ispira, quello di un insieme pluralistico di istituzioni a natura privatistica, tra loro in posizione di parità giuridica, ma regolate dal diritto pubblico in quegli aspetti che toccano direttamente il bene comune; ma offre una versione più aderente alla nuova realtà, sempre in evoluzione, più moderna e “socializzata”. (cfr.37° Settimana sociale del Canada, Syndacalisme et organisation professionelle, Atti Ufficiali, Trois-Rivières 1960, pag. 12)

Rosario Amico Roxaxs

domenica 10 febbraio 2013

Il cavaliere, l'amore e i sondaggi

L’annuncio pubblico in TV del suo innamoramento con annesso fidanzamento ufficiale,

· mescolato alle promesse di restituzione dell’IMU,

· di concedere una sanatoria tombale,

· un condono edilizio,

· nonchè un’amnistia,

· il quotidiano attacco alla magistratura che vuole processarlo,

· la Commissione parlamentare contro Monti e Napolitano,

· con successiva modifica strutturale della Costituzione in senso autoritario con tutti i poteri in mano ad uno solo (ovviamente lui),

· con complementare esaltazione prima di Mussolini poi di Ceausescu,

sono passati tutti sotto il vaglio dei sondaggi che hanno selezionato le promesse che portano voti e quelli che non ne portano.
Quella del fidanzamento con una ventisettenne a garanzia di una revisione dei ritmi di vita, quando per neutralizzare la solitudine si dedicava al bunga bunga , allo sfruttamento della prostituzione e all’istigazione alla prostituzione minorile, appartiene alle voci che fanno perdere voti, per cui la first lady del PdL è stata accantonata , con perentorio ordine di non comparire in pubblico, di non rilasciare interviste e di evitare in tutti i modi di far parlare di sé.

L’amore si assoggetta ai ritmi dei consensi, diventando amore e fidanzamento elettorale, in omaggio a quell’amore che si dice essere cieco, ma stavolta anche invisibile, sorso, muto, tutto da dimenticare per non fare emergere l’ipotesi di una tal first lady in giuro per l’Europa ed il mondo come scorta personalissima del cavaliere, che così non si sentirebbe più solo.

La sua stessa dichiarazione a giustificazione delle sue cene eleganti di essersi sentito solo, lo condanna a priori, perchè si sente solo chi sa di non avere amici, sa di non godere degli affetti più intimi, ma è condannato a pagare di tasca propria o altrui per un rapporto mercenario da “utilizzatore finale”, che poi sarebbe quello che paga il conto per tutti.

Intanto paga la fidanzata, costretta a mimetizzarsi senza neanche la possibilità di manifestare il suo “disinteressato amore”, collaborando alla campagna elettorale, perché farebbe perdere voti, come hanno decretato i sonda gisti sconsigliando l’utilizzazione di quel fidanzamento a scopi elettorali.
C’è anche la causa in corso di separazione con un mantenimento milionario (al giorno) per il quale il cavaliere vorrebbe un consistente sconto, difficile da ottenere per uno che può permettersi di mantenere una innamorata disposta anche a sacrificarsi rimanendo nell’ombra pur di non disturbare il disinteressato amore che lo lega al cavaliere.

Rosario Amico Roxas

domenica 27 gennaio 2013

Il cavaliere e...Mussolini

Di Rosario Amico Roxas

Giornata della memoria.
Questa l’attenzione che Berlusconi dedica alla manifestazione antifascista e antinazista. Appena si è svegliato ha lodato Mussolini che “avrebbe operato bene”, tranne che per le leggi razziali.

Questa dichiarazione fa il paio con quella con la quale il cavaliere affermò che Mussolini “non aveva mai ucciso nessuno; tutt’al più ha inviato qualcuno a svernare in amene località marinare “ trascurando i treni che partivano dalla stazione Tiburtina carichi di ebrei .

sabato 12 gennaio 2013

Finanza etica...Cos'è?

Di Colomba Maria Oddi

DALL'ARTICOLO : NEWS MONETA
FINANZA ETICA : E' NATA LA COPERATIVA MAG ( MUTUO AUTO GESTIONE ) A FIRENZE IL 14 DICEMBRE 2012 PRESSO IL CENTRO SOCIALE DELLE PIAGGE A FIRENZE, CON 638.796 EURO DI CAPITALE RACCOLTO.

Cos'è la finanza etica? Un'alternativa al poco trasparente sistema bancario.
La finanza etica nasce in America nel 1920 quando la Chiesa Metodista decide di non proibire ai suoi fedeli l'accesso alla borsa a condizione che il denaro non finisca nell'industria del tabacco,dell'alcol,delle scommesse .Negli anni '70 vi è un nuovo interesse verso gli investimenti con finalità sociale,dovuto alla protesta attuata negli USA contro la guerra del Vietnam,in particolare,da parte degli studenti che criticavano il modo in cui venivano investiti i fondi delle proprie Università. In questo periodo inoltre,sulla spinta delle istanze ecopacifisti e di tutela dei diritti umani,il risparmio etico si sviluppa anche in Europa. Gli investimenti etici verranno usati per boicottare quelle imprese che intrattenevano rapporti con Paesi razzisti ( SUD AFRICA ) o dittatoriali ( CILE ). IN ITALIA. Alla fine del '70 comincia a diffondersi il concetto di risparmio AUTOGESTITO sia per consentire al credito a soggetti non profit che operano in attività di carattere sociale ed ambientali,sia per offrire un'alternativa al poco trasparente sistema delle banche. Nascono così le MAG che operano nel settore più di 10 anni nelle varie città d'Italia,vengono avviati dei contratti tra alcuni principali soggetti nazionali del mondo non profit , siamo negli anni '90 Nel dicembre 1994 viene costituita L'ASSOCIAZIONE verso la BANCA ETICA con sede a Padova,comincia ad essere operativa nel 1999. UNA MAG è una società che si basa sul rapporto fiduciario con i soci e le realtà finanziarie, si occupa di raccogliere il denaro dei soci sotto forma di capitale sociale e prestito sociale per finanziare iniziative economiche autogestite offrendo opportunità di finanziamenti etici e solidali, allo stesso tempo erogando prestiti con tasso d'interesse a condizione di rientro vantaggioso. Una volta rientrati i fondi vengono subito utilizzati per nuovi finanziamenti o progetti. La prima MAG nasce in Italia nel 1978 sulla base a livello normativo di una legge sul MUTUO SOCCORSO del 1886 e prende il nome di MAG di Verona,successivamente nasce a Milano nel 1980,a Torino nel 1987, a Reggio Emilia nel 1988,a Venezia nel 1992, a Roma nel 2005, Secondo me ,la MAG può nascere in tutte le città d'Italia , basta la buona volontà degli italiani, coraggio italiani prendete esempio dalla saggia Firenze ! Mi viene da pensare : come mai la MAG non si è diffusa in nessuna città dell'Italia meridionale? A Roma nel 2005, perchè così tardi ? In 10 anni ha dato abbastanza frutti in quelle città !

martedì 8 gennaio 2013

Globalizzazione

Di Colomba Maria Oddi

Discorso pronunciato alla conferenza mondiale il 21 giugno 2012 a Rio de Janeiro dal presidente
dell'Uraguay Jose Mujica .

Abbiamo una società usa e getta figlia del mercato e della concorrenza che ci ha portato al progresso materiale,ma ciò che è nato come economia del mercato,è diventato “società di mercato“, ci ha portato questa globalizzazione che significa doversi occupare di tutto il pianeta, la stiamo governando la globalizzazione o è questa a governare noi ? E' possibile parlare di solidarietà e dire che siamo tutti uniti in una economia basata sulla competizione spietata ? La sfida è che abbiamo davanti una dimensione epocale, e la grande “ CRISI “ non è ecologica: è politica, l'uomo non governa le forze che ha creato, sono queste a governare l'uomo e la nostra vita non veniamo al mondo per svilupparci in termini generici,veniamo al mondo con il proposito di essere felici, perchè la vita è breve e ci sfugge tra le mani e nessun bene vale quanto la vita, ma la vita finisce per sfuggirci lavorando e lavorando per consumare di più, la società del consumo è il motore di tutto. In definitiva, se si paralizza o rallenta l'economia, è il fantasma della stagnazione per ciascuno di noi. Ma è proprio l'iperconsumo che sta aggredendo il pianeta ed è l'iperconsumo che genera cose che durano poco, perchè bisogna vendere molto, una lampadina elettrica non può durare più di mille ore, ci sono lampadine che possono durare centomila duecentomila ore, ma non possono essere fabbricate perchè il problema è il mercato, perchè dobbiamo lavorare e dobbiamo avere una civiltà usa e getta. Siamo in un circolo vizioso: questi sono problemi di carattere politico che ci portano a comprendere la necessità di lottare per un'altra cultura, non possiamo essere governati dal mercato, dobbiamo governare noi il mercato, i vecchi pensatori : EPICURO, SENECA dicevano: “Povero non è colui che ha poco, ma chi ha bisogno di molto e desidera sempre di più “. Dobbiamo renderci conto che la crisi dell'acqua è la crisi dell'aggressione all'ambiente. Pagare le rate della bella moto o macchina alla fine la vita è sfuggita, domando: questo è il destino dell'umana creatura? Lo sviluppo non può andar contro la felicità, deve essere a favore della felicità umana, dell'amore della terra, delle relazioni umane, della cura dei figli, dell'avere amici, del non privarsi dell'indispensabile. Quando lottiamo per l'ambiente il primo elemento si chiama: felicità umana. Ci vendono tutto, tranne quello che ci serve: la felicità.