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mercoledì 13 agosto 2014

Non ci aveva pensato neanche Pirandello


L’Italia dei nostri giorni avrebbe certamente suggerito spunti narrativi originalissimi al premio Nobel Luigi Pirandello, convinto di accettare la vita per quello che è, con tutte le contraddizioni, gli sconvolgimenti, le metamorfosi degli uomini e delle cose, tutte caratteristiche impossibile da spiegare razionalmente né potrebbe essere comunicata con le parole. Si rinnova, oggi, il “male di vivere”che una classe opulenta ed egoista, che gode della protezione del potere istituzionale, manifesta con la noia, con l’indecisione, con l’amore di se stessi, mentre l’altra classe, quella maggioritaria nel paese, non può adagiarsi in quel “male di vivere”, perché non gli è dato nemmeno di vivere con dignità, privata della speranza, del futuro, della progettualità. E’ una realtà pirandelliana perché “l’uomo della massa” ha perduto tutte le certezze, ha rifiutato le ideologie, e si trova sprofondata dentro una profonda crisi che proprio la classe opulenta ha causato e, adesso, vorrebbe sfruttare a proprio ulteriore arricchimento.

Si tratta di una crisi “esterna”, che si accompagna ad una crisi più intima, quella dell’uomo che non sa più chi è e in cosa crede; si trascina stancamente da una parte all’altra, saltando sempre sul carro del vincitore dal quale si aspetta protezione e leggi ad personam. L’homo dominas del terzo millennio non si riconosce in nulla, per cui si aggrappa al potente di turno per ricevere prebende e vantaggi, privo com’è della capacità di trovare, autonomamente, la forza di affermarsi.

Tutto l’ambiente quotidiano dimostra la propria infondatezza, mentre parolai senza scrupoli ci parlano di “libertà” “democrazia”, “Stato sociale” al solo scopo di tacitare le masse popolari che cominciano a rendersi conto di avere a che fare con “Uno, Nessuno, Centomila”.

Il panorama politico-amministrativo ha i contorni della farsa, con un miscuglio di contraddizioni che strapazzano ignobilmente i principi portanti di ogni democrazia.

· Abbiamo un Parlamento che nessuno ha eletto, composto da “nominati” dai capi partito, che li scelgono per la loro incapacità, inettitudine, assenza di scrupoli, ma fedeli al capo, per gratitudine senza scadenza temporale.

· Un siffatto Parlamento ha rieletto il presidente della Repubblica, massacrando l’art. 85 della Costituzione che non prevede la rielezione di un Presidente della Repubblica.

· Ha eletto anche il presidente del consiglio, nella persona di Renzi, mai eletto da nessuno, se non a sindaco di Firenze, che, in campagna elettorale per le primarie aveva promesso “mai grande coalizione”,invece ha bloccato lo sviluppo progettuale intorno all’ex presidente del Consiglio Berlusconi, reputando in dispensabile l’accordo, che si è rivelato “sudditanza”; Renzi ha dovuto indossare il “berretto a sonagli”, secondo l’ordine di Berlusconi, per spargere ottimismo, della serie “ce la faremo…”, ma senza toccare le riforme che il popolo attendeva, come la lotta all’evasione, una legge anti corruzione, una legge per ripristinare il reato di falso in bilancio; tutte riforme ben nascoste, perhcè colpirebbero proprio i più fedeli elettori dell’ex cavaliere

· Il Parlamento, così come si ritrova composto, vorrebbe cambiare la Costituzione in senso autoritario (vedi programma P2), e la magistratura in senso punitivo in quanto si è permesso di condannare l’ex PdC Berlusconi per truffa allo Stato; vorrebbero dare maggiori poteri al premier che dovrebbe anche controllare la Magistratura.

· Le altre modifiche costituzionali coinvolgono la volontà popolare, che dovrebbe raccogliere 800.000 firme per indire un referendum propositivo.

Così viviamo dentro un “gioco delle parti”, dove giornalmente si alternano i ruoli e giornalmente vengono pescati volgari truffatori, fino a ieri ministri della Repubblica, facilitati nelle loro truffe proprio dal ruolo istituzionale.
“Ma non è una cosa seria”.


Rosario Amico Roxas