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domenica 3 luglio 2016

La coerenza di Marco Pannella

di Michelangelo La Rocca

Marco Pannella, il più sui generis politico italiano, il 19 maggio scorso, dopo una lunga malattia, ci ha lasciati.

Voglio proporre qui ed ora un ritratto dell’uomo e del politico Marco Pannella che vuole essere scevro di “servile encomio” e di “codardo oltraggio”.

Voglio fare subito una chiara premessa: non stravedevo per Marco Pannella, mi appariva troppo radicale per i miei gusti, troppo provocatorio, a volte mi sembrava un violento della “non violenza” con i suoi scioperi della fame che sembravano dei ricatti belli e buoni per imporre le proprie idee anche a coloro che non le condividevano.

La morte, però, copre col proprio misterioso e pietoso velo l’asprezza della polemiche e consente di ragionare con pacato distacco sulla sua figura.

Marco Pannella è stato quasi sempre un” uomo contro”, ma seppe essere spesso un “uomo per”, sempre e comunque minoranza e minoritario, ha saputo però essere a suo modo uomo di governo capace di concludere le sue discusse, e spesso discutibili, battaglie con clamorosi successi, degni di un vero e proprio uomo di governo.

Basti pensare al divorzio ed all’aborto, due grandi, fondamentali conquiste in tema di diritti civili ottenute grazie al contributo attivo e decisivo di Marco Pannella.

Ha avuto il grande merito di innestare la lotta su questi due grandissimi temi che, col concorso di altre forze progressiste, prima fra tutte il PCI del grande Enrico Berlinguer, furono concluse con un successo insperato se si considera che contro la loro affermazione c’erano la Democrazia Cristiana e la Chiesa Cattolica.

Pannella è stato anche l’uomo della stagione referendaria, dei referendum vinti (su tutti quelli sul divorzio e l’aborto) e di quelli persi soprattutto per il mancato raggiungimento del quorum.

La partita della democrazia è sempre una bella partita che va giocata sempre e comunque, se però mi è consentito rivolgere una critica a Marco Pannella è quella di essere stato nel contempo l’uomo dell’affermazione del referendum e l’uomo della morte del referendum.

Avere fatto un ricorso abusato a tale importante istituto, anche per materie che non presentavano una grande attrazione politica, ha svilito questo istituto di democrazia diretta, fino a decretarne la fine con l’ormai consueto mancato raggiungimento del quorum.

Forse un uso del referendum più oculato e meditato avrebbe sicuramente allungato la vita di tale, importantissimo istituto di democrazia diretta ed oggi non saremmo qui a parlare della sua ormai irreversibile crisi.

Pannella è stato anche l’uomo che si è battuto con tutte le sue forze per carceri più civili ed umani, il modo in cui i carcerati hanno partecipato al lutto per la sua morte è stato assai eloquente.

Forse non è riuscito a vincere la battaglia a favore dei carcerati: abbiamo ancora carceri sovraffollati, i detenuti in attesa di giudizio sono ancora più numerosi dei condannati in via definitiva, le condizioni di vita dei carcerati sono tuttora disumane.

Marco Pannella, però, ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per portare all’attenzione della classe politica e delle forze governative questa grande battaglia di civiltà giuridica e già questo, solo questo, è un suo indubbio, grandissimo merito.

Un’altra grande battaglia portata avanti da Marco Pannella è stata quella contro la fame nel mondo.



Anche questa è una battaglia ancora aperta, dagli esiti difficili: troppi sono ancora coloro che muoiono di fame (soprattutto donne e bambine del terzo mondo), troppe sono le risorse alimentari sprecate dal bieco consumismo moderno.

Marco Pannella, però, si è speso molto, con energia e passione, per questa nobile causa. E lo ha fatto senza calcoli, senza secondi fini: non a caso, infatti, Marco Pannella, nonostante i suoi indiscutibili meriti, non ha mai riempito le urne elettorali di schede recanti la croce sul simbolo del Partito Radicale, il suo partito .

Le sue battaglie, infatti, non erano mai per l’oggi, guardavano sempre al domani, se non al dopo domani, senza effimeri e meschini calcoli elettorali.

A volte sono sembrate discutibili le sue capriole politiche, si è alleato col centro destra (Berlusconi), ma anche col centro sinistra (Prodi).

Anche in questo, però, ha conservato una sua lineare coerenza: si alleava con la destra e con la sinistra, ma lui restava fermo sui principi, sui suoi programmi: usava gli eterogenei alleati per portare avanti le sue iniziative.

Forse lo faceva avendo presagito quello che ormai è sotto li occhi di tutti: i programmi ormai sembrano tutti uguali, si è affermato un pensiero unico ed i confini tra destra e sinistra sono così sfumati che, quasi quasi, non si vedono più.

Alla luce di ciò va rivista l’accusa di essere un trasformista perché, forse, aveva visto prima degli altri quello che ora vediamo tutti: la profonda ed irreversibile crisi delle ideologie!

Come aveva visto per tempo la crisi dei partiti, la degenerazione di quella che lui chiamava partitocrazia.

Oggi di fatto i partiti, tradizionali e non, sono morti, sono diventati liquidi, una vita dei partiti vissuta democraticamente da veri iscritti non esiste più.

In conclusione di questo breve ricordo e di questo veloce ritratto possiamo dire che Marco Pannella ha condotto tutte le sue grandi battaglie sempre nel rispetto di una personale coerenza: mai alleato col potere, sempre al servizio delle sue nobili idee.

Spesso aveva ragione, qualche volta torto, ma sempre in buona fede e senza mai tradire se stesso.

In tempi di buio trasformismo, di imperante qualunquismo non è poco, anzi è molto, moltissimo!

Buon riposo Marco nel luogo dei giusti, il posto che ti spetta di diritto per la onestà, la tua coerenza, il tuo coraggio.







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