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giovedì 3 marzo 2016

Generazione di precari



Il presidente dell'INPS Tito Boeri ha rilasciato la sconcertante notizia: i trentenni di oggi andranno in pensione a 75 anni (io aggiungo “se tutto va bene”). Si tratta dunque di una generazione precaria, perdente, destinata a lavorare a lungo e ad avere poco nella vecchiaia. Sono queste le cose che danno fastidio, che fanno perdere il buon umore e l'appetito. Ogni giorno di più ci rendiamo conto di come un giovane difficilmente trova un lavoro, anche se ha in mano una laurea. Prospera il lavoro nero (quando c'è) e sono pochi coloro che riescono ad ottenere un impiego a tempo indeterminato. La laurea non è più una “carta sicura” per ottenere un lavoro.
Laureati di tutti i tipi aumentano di anno in anno e, quindi, inevitabilmente il “pezzo di carta” che prima serviva per entrare nel mondo del lavoro, viene sempre di più svalutato. L’università italiana sta “scoppiando" e la facoltà di medicina ne è un esempio. Si devono fare i turni per permettere ai giovani di accedere ai laboratori.
Se è vero che la scuola deve preparare i giovani alla vita, essa (anche quando non fornisce una preparazione professionale) dovrebbe sempre tendere a mettere il giovane in grado di acquisire certe cognizioni che gli saranno utili per il suo inserimento nella vita sociale e professionale.
L'epoca attuale, in cui viviamo, è caratterizzata dal veloce evolversi della civiltà e dal progredire della scienza e della tecnica. In questa era di automazione, di viaggi spaziali e di cervelli elettronici, si fanno sempre maggiori le esigenze di una preparazione professionale migliore e più ampia del passato. Molti giovani rimpiangono di essersi laureati e pensano di “avere perduto tempo inutilmente”. In effetti oggi vengono rilasciate lauree che non permettono al giovane di lavorare, sposarsi, mantenere con decoro una famiglia. È appunto per questo motivo che ci si sposa sempre più tardi e la natalità diminuisce...
Il nostro è un tempo di ricerca. Il mondo in cui viviamo è dinamico, meravigliarsi di ciò che è nuovo od attardarsi su vecchi schemi non è più accettabile.
Diventa sempre più difficile per i giovani italiani inserirsi nel mondo del lavoro, la disoccupazione aumenta e un giovane senza lavoro e senza prospettive può diventare preda del vizio, della droga, della criminalità. Spero che i nostri governanti diano la priorità all’inserimento dei giovani nel mondo della vita lavorativa
Spero che si capisca il concetto che soltanto lavorando e traendo da un’onesta attività la soddisfazione di continuare a vivere, si può vivere con dignità e si può disciplinare la propria mente e il proprio corpo alla scuola dell’operosità. Il lavoro è un alimento per l’anima come il cibo lo è per il corpo, non potrebbe essere diversamente poiché chi non svolge nessuna attività si sente relegato in un angolo buio dell’esistenza.

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