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mercoledì 23 ottobre 2013

Anche gli emigranti italiani muoiono di violenza


di Rosario Amico Roxas

Joele Leotta aveva 19 anni ed era di Lecco, è morto di una morte orribile, massacrato di botte da un branco di drogati, ubriachi che urlavano:“Sporchi italiani, andate via, ci togliete il lavoro”. Voleva imparare l’inglese per migliorare le sue possibilità di lavoro, quel lavoro che in Italia non riusciva a trovare. Così è emigrato, alla ricerca di ciò che in patria non trovava; ma dove non c’è lavoro, dove non c’è speranza, dove non c’è futuro per un giovane, quello è un esilio. Dove si riesce a lavorare, produrre, sperare, progettare, quella diventa la Patria, e Joele cercava la Sua Patria. Per pagarsi la permanenza in Inghilterra lavorava in una trattoria gestita da italiani.
“Sporchi italiani, andate via, ci togliete il lavoro”, una frase ripetuta molte volte e giù botte fino alla morte, una morte assurda, ingiusta… ma c’è mai una morte giusta quando arriva con la violenza accecata da odio ?
Quante volte abbiamo sentito quella stessa frase rivolta a poveri infelici costretti a fuggire dalla loro terra in cerca di un futuro vivibile ? C’è stato anche chi prospettava la possibilità di cannoneggiare le barche che trasportavano i migranti, altro che botte !

La frase che accompagnava il linciaggio di un giovane, sembrava proferita da un leghista, e non da uno di quei beoni attaccato al fianco di vino, ma dai dirigenti, parlamentari e anche ministri di quella Lega che ha dimenticato la via dell’emigrazione dei loro padri.

Joele è stato trattato come la Lega vorrebbe trattare i superstiti delle traversate della speranza che troppo spesso diventano traversate della tragedia.

I turbamenti odierni, in molti casi, appaiono ipocriti, mentre risuona assordante il silenzio della Lega, che non osa commentare, ma non per pudore, spero che siano tacitati dal rimorso.






giovedì 17 ottobre 2013

Mediaset e la pubblicità ingannevole

di Rosario Amico Roxas

Mediaset pubblicizza se stessa nei suoi canali, vantando meriti che non ha, anzi in contraddizione con i fatti, che in questo caso sono le sentenze di condanna per il proprietario di Mediaset.

In tale pubblicità sui canali Mediset, si fanno risaltare due elementi:

1) Non abbiamo delocalizzato nulla; tutto il nostro lavoro è in Italia. Le tasse le paghiamo tutte in Italia.

La Corte di Cassazione, in terza e definitiva istanza ha condannato Berlusconi, nella qualità di padrone di Mediaset, per aver evaso le tasse per centinaia di milioni, anche se processato solo per gli ultimissimi anni, essendo il grosso dell’evasione coperto da prescrizione.

2) Abbiamo contribuito a migliorare il reddito di piccoli risparmiatori, azionisti Mediaset con dividendi di tutto rispetto.

Altra poderosa menzogna, perché lo stesso Berlusconi ha utilizzati i quattrini dei piccoli azionisti per acquistare diritti televisivi all’estero, facendoseli fatturare ad un costo più che triplicato; le somme che così uscivano dall’Italia servivano, per meno di un terzo per pagare i diritti televisivi,il resto, per centinaia di milioni, venivano versati in conti nascosti presso banche compiacenti; una truffa ai piccoli azionisti in piena regola.

E’ palese il mendacio nella pubblicità. La legge, in merito è chiara, ma la menzogna domina tutte le scelte di Berlusconi, che, con questa pubblicità ingannevole, ha iniziato la campagna elettorale, che promette tutta una lunga serie di altre menzogne.
Qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente", come definito dall'articolo 20 del decreto legislativo 206/2005 dell'ordinamento giuridico italiano. (Wikipedia)



La pubblicità ingannevole è dunque un atto contrario alla correttezza professionale. Essa è tale quando induce in errore il consumatore, influenzandone le decisioni mediante informazioni false o il mancato apporto di informazioni rilevanti. In caso di pubblicità ingannevole è necessario decidere se essa abbia causato un danno al consumatore. Può indurre in errore, sollecitando l’acquisto di azioni Mediaset, che in tal modo ne avrebbe un illecito beneficio.

Gli organi di vigilanza stanno dimostrando di NON vigilare, forse perché il responsabile di tale pubblicità mendace si chiama Berlusconi, detto “l’intoccabile”.

Ma le associazioni dei consumatori cosa fanno ? Perché tacciono colpevolmente ?

Basterebbe riportare il dispositivo della sentenza di condanna per mettere alla gogna questa plateale menzogna e farla tacere.