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giovedì 7 luglio 2016

Giù le mani dalla costituzione

Di Michelangelo La Rocca


La Costituzione della Repubblica Italiana, la legge fondamentale della Repubblica italiana, è stata approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla gazzetta ufficiale n. 298 del 27 dicembre1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio del 1948.
Il primo gennaio del 2018 compirà 70 ma non li dimostra, conserva una straordinaria freschezza ed un’impressionante attualità e reclama soltanto di essere attuata nella sua pienezza piuttosto che la necessità di essere revisionata od ammodernata.


E’ costituita da 139 articoli suddivisi in quattro sezioni:

Principi fondamentali (articoli 1-12)

Parte prima “Diritti e doveri dei cittadini” (articoli 13-54)

Parte seconda: “Ordinamento della repubblica” (articoli 55-139)

Disposizioni transitorie e finali (disposizioni I-XVIII).

La Costituzione Italiana nata dalla Resistenza per consolidare e difendere la democrazia e la libertà appena conquistate nel tempo ha subito delle modifiche, ma per fortuna i principi fondamentali e la prima parte non sono stati messi mai in discussione.

E non poteva essere altrimenti perché i principi fondamentali che stanno alla base della nostra Carta Costituzionale sono tra i più avanzati del mondo ed anche soltanto pensare di poterli modificare sarebbe stato semplicemente blasfemo.

La stessa cosa penso possa dirsi della prima parte della carta costituzione dove sono previsti i diritti ed i doveri dei cittadini legati fra loro in un rapporto sinallagmatico così stretto ed indissolubile da rappresentare il nerbo della convivenza all’interno dello Stato Repubblicano.

Elenchiamo solo alcuni dei principi che trovano la loro solenne affermazione nel preambolo della Costituzione:

Il principio personalista, laicista, pluralista, lavorista, democratico, di uguaglianza, solidarista, di unità ed indivisibilità della repubblica, quello autonomista, internazionalista e per ultimo, ma non ultimo, quello pacifista.

Quanto ai diritti ed i doveri basti pensare ai diritti civili, ai diritti etico-sociali, ai diritti economici ed ai diritti politici.

Il solo elenco ci dice quanto e come la nostra Costituzione possa essere considerata all’avanguardia nel garantire i diritti degli Italiani e come abbiano fatto bene gli aspiranti nuovi padri costituenti a non prendere nemmeno in considerazione l’idea di potere modificare la sua prima parte.

La seconda parte, invece, è stata modificata in modo significativa nel 2001 ed altre volte è stata oggetto di tentativi di modifica che non sono stati portati a termine.

Basti ricordare la Bicamerale di D’Alema o la Commissione di Quagliariello che, però, non hanno avuto successo e non riusciti a fare approvare dalle due Camere alcuna proposta di modifica.

Diverso è stato il progetto di revisione portato avanti durante il governo Berlusconi nel 2005/2006 che approdò ad un testo approvato dal Parlamento ma che, poi, fu bocciato dagli italiani in occasione del referendum confermativo.

Quel progetto aveva qualche spunto positivo ma è stato percepito come la riforma della Devolution che rischiava di minare dalle fondamenta l’unità dello Stato e fu per questo che gli elettori giustamente lo bocciarono senza esitazione alcuna.

Dopo anni e tanti tentativi infruttuosi il Parlamento ha ora, durante il Governo Renzi, approvato una significativa riforma della Costituzione Italiana conosciuta sotto il nome di riforma Boschi dal nome del Ministro delle Riforme che ha profuso ogni sua energia affinché tale riforma venisse approvata.

Questa riforma ha preso spunto da esigenze e necessità largamente condivise: eliminare il bicameralismo perfetto, dare maggiore stabilità al sistema politico italiano, ridurre il numero dei parlamentari ed altri, tanti altri ancora.

Nonostante ciò le forze politiche si sono divise e la riforma è stata approvata col solo voto favorevole del PD e dei suoi piccoli alleati provenienti, tra l’altro, in modo trasformistico da schieramenti opposti.

La critica principale che viene rivolta è che tale riforma, se approvata, in combinato disposto con la nuova legge elettorale (il c.d. italicum) comporterebbe il rischio di una svolta autoritaria ed il timore che possa instaurarsi una sorta di dittatura della maggioranza e dell’uomo “solo al comando” di tale maggioranza.

Ma non è soltanto questo ad allarmare quanti hanno a cuore le sorti della nostra democrazia.
La riforma del Senato, ad esempio, è, a dir poco, approssimativa e pasticciata.
Si è partiti dalla giusta, e largamente condivisa, esigenza di eliminare il Bicameralismo perfetto ma si è finito col partorire una soluzione che lascia molto perplessi tantissimi autorevoli costituzionalisti.
I Senatori non verranno eletti direttamente, avranno l’immunità parlamentare, non costeranno alle finanze statali, hanno la possibilità di intervenire nel processo di approvare le leggi rendendo confusa la divisione delle competenze tra la Camera ed il Senato e senza che ci sia la certezza che il processo di formazione delle leggi possa diventare più spedito ed efficace.

E’ opinione largamente diffusa che piuttosto che un Senato come quello previsto nella riforma Boschi sarebbe stata meglio l’abolizione pura e semplice del Senato.

Si aggiunge che se la riforma costituzionale venisse approvata le Regioni ne uscirebbero fortemente indebolite e prive di qualsiasi autonomia, anche quelle di natura finanziaria e fiscale, e tutto il sistema delle autonomie in cui si articola l’assetto istituzionale della nostra Repubblica ne uscirebbe fortemente indebolito.

C’è un’altra ragione che consiglia di respingere nettamente il tentativo di modificare in modo così consistente la nostra bella Carta Costituzionale.

La riforma è stata votata a strettissima maggioranza da un Parlamento gravemente delegittimato dopo che la Corte Costituzionale con la propria sentenza 1/2014 dichiarò l’incostituzionalità della legge elettorale (il c.d. porcellum) con la quale lo stesso Parlamento era stato eletto, anzi nominato.
Le ragioni che stanno alla base della necessità di un voto fortemente contrario non vengono meno per il fatto che la Riforma ha alcuni indubbi aspetti positivi (l’introduzione dei referendum propositivi, l’esame di costituzionalità preventivo delle leggi elettorali, la restrizione del potere del Governo di emanare decreti leggi).
Chi scrive, da sempre interessato alle sorti democratiche del proprio Paese, oggi è in un momento di sofferta riflessione su cosa sia meglio fare, contrastato tra la consapevolezza che una riforma sia necessaria ed il timore che, per i motivi espressi prima, non sia la migliore delle riforme possibili.
Nel mezzo di questa sofferta ed incerta riflessione mi è venuto in mente che nella scienza medica a tutela della salute si applica il principio di “precauzione”.

Se esiste anche soltanto un serio dubbio che la costruzione di un impianto, l’uso di un materiale o di una tecnologia possano mettere a rischio la salute dei cittadini la costruzione di quell’impianto non si autorizza, quei materiali e quella tecnologia non si usano.

Credo che la democrazia e la libertà rappresentino la salute dell’anima di un popolo e se esiste anche solo il ragionevole dubbio, ed a sentire tanti ed illustri costituzionalisti siamo già oltre il ragionevole dubbio, che la Riforma della Costituzione di conio renziano possa mettere a rischio la salute della nostra anima di cittadini liberi e democratici, questa riforma non deve essere approvata.

Qualcuno sostiene che approvare la c.d. Riforma Boschi equivale a sfigurare una bellissima donna buttandole dell’acido sul viso: facciamo in modo che una simile brutalità non accada!
Difendiamo la Costituzione che, come ha detto il grande Benigni, è la più bella del mondo ed aspettiamo tempi e legislatori migliori per fare le modifiche veramente necessarie alla sua seconda parte.

Ed è per questo che io non l’approverò ed al referendum d’autunno voterò no senza esitazione alcuna!







1 commento:

  1. Anch'io voterò un bellissimo NO

    Credono di trovar la soluzione
    senza pensare al popolo sovrano
    cambiando la nostra Costituzione.
    Molta gente non è perita invano.

    Gli articoli della Costituzione
    non si trasformano in modo malsano,
    è davvero una brutta situazione
    fatta con un solo colpo di mano.

    Fanno sembrare una cosa normale
    cambiare tutto dalla notte al giorno
    senza interesse e nemmeno rispetto.

    Non si può ribaltare un ideale,
    cancellare chi non fece ritorno
    è un modo d'agire molto abietto.

    poesia di Sara Acireale

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